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Insetti, il cibo del futuro per un’alimentazione sostenibile e ricca di proteine

grillo

Proprio nell’esatto momento in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato una sorta di crociata anti carne, l’Italia ha accolto la prima degustazione ufficiale del cibo del futuro. È successo all’Expo, dove lo chef Marco Ambrosino ha servito, con l’accompagnamento di tarti...

Proprio nell’esatto momento in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato una sorta di crociata anti carne, l’Italia ha accolto la prima degustazione ufficiale del cibo del futuro.

È successo all’Expo, dove lo chef Marco Ambrosino ha servito, con l’accompagnamento di tartine con crema di ricotta, bacche e cioccolatini, dei croccanti e succulenti “insetti ensiferi della famiglia Gryllidae della superfamiglia Grylloidea” (fonte Wikipedia). Alias: grilli.

Croccanti, salati, hanno un “sapore simile a quello delle noccioline tostate”, ha detto qualcuno. Un esordio di successo, quindi, non fosse che le abitudini alimentari sono figlie della cultura e quest’ultima è parecchio difficile da cambiare. “Quello che avviene oggi” ha detto Maria Helena Polidoro, direttore generale della Società Umanitaria, che, con Coop, ha organizzato la degustazione, “può essere definito un evento epocale. In Italia non esiste ancora una legge che consente l’allevamento, la trasformazione e la somministrazione di cibi e mangimi a base di insetti. Ciò che siamo riusciti a ottenere rappresenta un grande passo avanti, anche in vista della discussione sui nuovi alimenti che si aprirà mercoledì al Parlamento Europeo”.

I grilli in questione provenivano infatti dal Belgio, dove, invece, l’allevamento degli insetti a fini alimentari è già consentito, a regolamentazione di un settore al quale “l’Italia non può sottrarsi”, secondo Andrea Mascaretti della Società Umanitaria. “E’ indubbio” ha proseguito Mascaretti “che gli insetti, così come le alghe e le meduse, sono gli alimenti del futuro. Come ricorda la Fao, costituiscono una fonte alimentare sostenibile ricca di proteine e amminoacidi, appartengono già alla dieta di oltre 2 miliardi di persone e rappresentano un ottimo sostituto delle farine di pesce e della soia nella produzione dei mangimi per animali”.

Che gli insetti rappresentino una risorsa è fuor di dubbio, mentre sembra poco probabile che l’Italia possa riuscire ad accettarne l’introduzione nella dieta. “Una recente nostra indagine condotta da Doxa” ha raccontato però Chiara Faenza di Coop, “mostra che la diffidenza verso i cibi a base di insetti è meno diffusa di quanto ci si possa attendere”. Chissà che in futuro non succederà di gustare tutti e volentieri un croccante antipasto di grilli, appena prima delle tagliatelle con ragù di locuste.