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L’allarme di Confindustria e le prospettive cupe sul Pil

Sul Pil Confindustria lancia l'allarme

Non certo inatteso ma di sicuro inascoltato finora arriva il preciso allarme da parte di Confindustria e con esso le prospettive cupe sul Pil

Arriva, tutt’altro che inatteso a dire il vero ma magari inascoltato, l’allarme di Confindustria e le prospettive cupe sul Pil di Viale dell’Astronomia. A marzo l’economia italiana è risultata in “netto indebolimento, con il conflitto in Ucraina che amplifica i rincari di energia e altre commodity, e accresce la scarsità di materiali e l’incertezza”. E ancora, questa contingenza, “sommandosi agli effetti dei contagi, riduce il Pil nel 1° trimestre 2022 e allunga un’ombra sul 2°: l’andamento in aprile è compromesso e le prospettive sono cupe”. 

L’allarme di Confindustria sul Pil

Il centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di aprile è dunque impietoso. Inoltre, il rialzo dei tassi “è un problema, perché farà crescere gradualmente la spesa per interessi“. Già nei giorni scorsi  era giunto un preciso allarme dai saloni di Viale dell’Astronomia: “Nei prossimi mesi la tenuta delle imprese è a rischio”. Lo aveva messo in luce in maniera incontrovertibile il report del Centro Studi della massima organizzazione degli industriali italiani. Quella relazione aveva stimato gli effetti della guerra attraverso le parole del direttore Alessandro Fontana

Sfiducia nell’attività imprenditoriale

E i risultati, anche solo in ordine alla crisi Ucraina erano stati evidenti e poco piacevoli: “Gli indici di sentiment sull’attività imprenditoriale e di fiducia, che a marzo risultano essere in flessione, preannunciano rilevanti ripercussioni sull’effettiva capacità di tenuta delle imprese nei prossimi mesi”. E lo stesso presidente Bonomi aveva già paventato in diagnosi il rischio di un massivo, deleterio ed incontrollato ricorso alla cig come tampone per gli effetti del conflitto.