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La preghiera di papa Francesco: "Perdonaci, se le nostre mani si sono trasformate in strumenti di morte"

Papa Francesco e la preghiera contro la guerra: "Signore ferma la mano di Caino!"

É una preghiera angosciosa quella che Papa Francesco ha recitato al termine dell'udienza generale nell'Aula Paolo VI.

É l’ennesimo urlo per cercare di dire basta al conflitto che ormai da ben oltre 20 giorni prosegue tra Ucraina e Russia. Ed ancora una volta a pronunciare questa richiesta è Papa Francesco, che con una angosciosa preghiera dice no alla guerra.

Papa Francesco e la preghiera contro la guerra

La preghiera è stata recitata con tono accorato al termine dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI. Tra i fedeli molti erano lì con le bandiere giallo-blu dell’Ucraina.

La preghiera ha come titolo: “Gesù nato sotto le bombe di Kiev” ed è stata composta dal vescovo di Napoli mons. Mimmo Battaglia.

“Cari fratelli e sorelle, nel dolore di questa guerra facciamo una preghiera tutti insieme chiedendo al Signore il perdono e chiedendo la pace. Pregheremo con una preghiera che scrisse un vescovo italiano: ‘Perdonaci la guerra, Signore. Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori! Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi! Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi! Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi! Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi! Perdonaci Signore, perdonaci se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi”.

“Perdonaci, se queste mani che avevi creato si sono trasformate in strumenti di morte”

Chiede perdono, papa Francesco, cercando di giustificare la violenza di cui è capace l’uomo, cercando di trovare un motivo per il quale un uomo uccide un altro uomo:

“Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte. Perdonaci, Signore, perdonaci se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti. Perdonaci la guerra, Signore. Perdonaci la guerra, Signore. Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci! E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello. O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore! Amen”.

Il colloquio telematico fra il Papa Francesco e Sua Santità Kirill

Nel frattempo, il Vaticano ha reso pubblica la notizia che oggi si è svolto nel primo pomeriggio un colloquio telematico fra il Papa Francesco e Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia. L’incontro ha avuto come oggetto di discussione non solo la guerra, bensì anche il ruolo che i cristiani ed i loro pastori hanno nel cercare di fare tutto ciò che è in loro potere per far sempre prevalere la pace tra gli uomini.

Il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni, ha raccontato che:

“Papa Francesco ha ringraziato il Patriarca per questo incontro, motivato dalla volontà di indicare, come pastori del loro popolo, una strada per la pace, di pregare per il dono della pace, perché cessi il fuoco”.

Ed, inoltre :

“La Chiesa non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù. Siamo pastori dello stesso Santo Popolo che crede in Dio, nella Santissima Trinità, nella Santa Madre di Dio: per questo dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace, per fermare il fuoco. Come pastori abbiamo il dovere di stare vicino e aiutare tutte le persone che soffrono per la guerra. Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra”.