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La storia dell'hip hop in Italia

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Il rap italiano è una trasposizione in italiano  del rap americano. Rap che in Italia parte dagli anni 80, un periodo in cui  in cui si passa dall'utilizzare i testi prima in inglese e infine in italiano.   Sono gli anni '90 però gli anni del cuore pulsante dell'Hip Hop , noi in cui   ...

Il rap italiano è una trasposizione in italiano del rap americano. Rap che in Italia parte dagli anni 80, un periodo in cui in cui si passa dall’utilizzare i testi prima in inglese e infine in italiano.

Sono gli anni ’90 però gli anni del cuore pulsante dell’Hip Hop , noi in cui Dj Gruff esce con la compilation Rapadopa (1993) e Sangue Misto con SxM (1994). Fino al 2000, anno in cui il rap in Italia cresce moltissimo e nascono competizioni quali il Tecniche Perfette, il 2TheBeat.

Gli anni ’80:

Nel 1987 esce il primo disco di Jovanotti: Jovanotti for President. Non ancora Hip hop, ma è un album con testi “rappati” in inglese, testi che parlando di cose semplici. Poi uscì “La mia moto” e poi “Giovani Jovanotti”, nel 1890. Poi nel 1991 esce on un disco hip hop. Ma Jovanotti non era molto stimato nell’ambiente hip hop per cui Lorenzo Cherubini era un ragazzetto che voleva imitare in modo un pò grezzotto dei modi di fare di oltreoceano. rappresentava infatti il tipico prodotto nazional-popolare, che cercava di ricopiare talvolta in maniera grossolana mode e atteggiamenti di oltreoceano.

Ma presto Jovanotti diventa il “rompi-pista” dell’Hip Hop italiano, questo perché grazie a Jovanotti il genere si è diffuso ed è stato conosciuto da tutti. Nessuno utilizzava l’italiano così come Jovanotti, anche gli altri della Old School fecero da apripista verso la commercializzazione dell’ hip hop. Nel 2009 poi Jovanotti partecipa al pezzo “Vecchia Scuola” dell’Album “Deca dance” di J.Ax, il rapper ex Articolo 31.

Anni ’90:

AI primi anni ’90 sono il periodo dei rapper delle “Posse”, cioè quei gruppi di rapper attivi nel settore sociale e politico che rivendicano i diritti e esprimono le loro opinioni in merito. Il Posse si sviluppa nei centri sociali e nelle case occupate.

In questi anni quindi potremmo dire che erano presenti due linee di rap italiano: una con rapper e crew strumentalizzati dal fattore economico, quelli non commerciali, l’altra, la linea commerciale con brani più orecchiabili per il grande pubblico.

Tra le due la differenza è nello stile, stile che nella scena sub-urbana è più ricercato, ci sono produzioni più accurate e spesso dove lo stile primeggerà sui contenuti.

Nel 1993 esce l’album degli Articolo 31 “Strade di città” uno degli album che sono più venduti in Italia, vende infatti più di 90mila copie. Un vero record.

Nel ’94 Adriano Celentano si cimentò nel rap con ” Quel punto”, disco in cui rivendica la sua paternità al rap italiano per il Prisencolinensinainciusol, del 1973, poiché ne poteva essere precursore.

La “golden age”:

L’età d’oro del rap italiano., quella con Joe Cassano in arte Johnny Jab che divenne un idolo dopo l’album Dio Lodato (1999), album uscito dopo la sua morte in veste di martire che combatte per una giusta causa.

All’epoca spiccano Neffa, Dj Gruff e Kaos One ma anche Esa e Deda. E’ il periodo degli album classici come Fastidio di Kaos, Novecinquanta di Fritz Da Cat’ o Neffa & I Messaggeri Della Dopa di Neffa. Anni in cui avviene il boom dei Gemelli Diversi, anche se criticati perché troppo “commerciali”.Insomma un vero periodo d’oro per l’hip hop in Italia, periodo in cui il linguaggio viene esaltato da Kaos e Bassi maestro.

Le guerre in rima:

Gli anni Novanta vedono crescere nel rap molte polemiche interne al genere. La prima è riferita alle due linee idee Hip Hop presenti in Italia: quella “muretto” e quella dei “centri sociali”.

La seconda lo scontro tra gli artisti “commerciali” e quelli che invece si autoproducevano e autodistribuivano. Dj Gruff,ha cercato in molti dei suoi brani di screditare gli Articolo 31. Era una battaglia a uno di rima quella nata tra le band. Nel 2010 poi sboccia una collaborazione tra J Ax (ex degli Articolo 31) e Neffa (ex dei SangueMisto) per il progetto Due Di Picche. Il progetto è emblema della fine delle battaglie interne al gente, progetto di cui emblematico è il pezzo del 1º giugno 2010 “C’Eravamo Tanto Odiati”. Peridoo in cui esce anche il singolo di Fabio B “Il Mio Nemico” , il singolo tanto discusso creato con le voci di J-Ax e di DJ Gruff.

Il rap adesso:

Oggi il rap si può distinguere in tre categorie:
L’hip hop classico: rime e stili complicati, elaborati. Contenuti particolari come la vita di strada, l’amore per l’ hip hop, le ribellioni contro le ingiustizie. Appartengono a questa categoria: Mondo Marcio, Two Fingerz, Colle der Fomento, One Mic, Dj Gruff, Otierre, Dj Lugi, Kaos, Ghemon, Bassi Maestro, , Mistaman, Uomini Di Mare, Dargen D’Amico, Asher Kuno, Kiave, Inoki, ATPC, JTAG Crew, Noyz Narcos MG.
L’hip hop di massa: con tematiche semplici e musiche accattivanti ma più commerciali, tali da poter essere orecchiabili dal grande pubblico. Troviamo qui: il Piotta, i Gemelli Diversi, Flaminio Maphia, i Sottotono, e J-Ax, e Nesli, e Tormento, poi Mondo Marcio, ancora Marracash, e Fabri Fibra, Cor Veleno, e anche Vaccaman, il Club Dogo e Emis Killa.
L’Hip Hop “impegnato” , quello che tratta le vicende politiche e quelle sociali ( tipo quelle della mafia, o quelle legate alla droga), o tematiche legate alla realtà del quotidiano. Artisti come: i Co Sang, i Frankie HI-NRG MC, e Fedez e Caparezza.

L’uso del dialetto:

Le rime si fondono con la cultura popolare, rime che nascono dal filtraggio dei tanti e differenti dialetti dialetti della penisola, rime che favoriscono così la divulgazione delle caratteristiche delle realtà regionali e anche l’evoluzione dello stile italiano, uno stile che spicca in produzioni completamente underground quali quelle dei Co’Sang, Turi, dei La Famiglia.

In Italia, il hip hop va oltre tutte le espressioni della musica rap, e riesce ad arrivare alle altre discipline in questa cultura ispirandosi a casi e ambientazioni d’oltreoceano. Nasce il writing per esempio e la beatbox, discipline in cui fanno strada i napoletani The Yo Club. Poi la breakdance, disciplina che ha tra i suoi esponenti più di rilievo The NextOne e gli Ormus Force. Il DJing, in cui spiccano le abilità di Dj Myke e dei Men In Skratch ( i ben quattro volte finalisti del mondiale DMC Techincs World DJ Finals e poi secondi all’ITF Eastern Emisphere), ma anche gli Alien Army, una crew che è stata creata da dj Skizo, e che ora si è sciolta, crew che contiene il top degli esponenti del djing italiano, tipo: dj Gruff, l’ ex dei Sanguemisto e Dj TayOne colui che è stato apprezzato per le sue doti nello scratch.