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La telefonata di Massimo dopo aver ucciso fratello e cognata: "Venite, li ho uccisi tutti e due"

Polizia

Massimo Pestrin ha ucciso il fratello e la cognata, dopo anni di forte rancore. Poi ha telefonato per costituirsi.

Massimo Pestrin provava un forte rancore per il fratello e la cognata. Un rancore che lo ha portato ad un brutale duplice omicidio. Dopo aver commesso il delitto, ha telefonato per costituirsi.

La telefonata di Massimo dopo aver ucciso fratello e cognata: “Venite, li ho uccisi tutti e due”

Massimo Prestin provava odio e rancore per quel fratello che era rimasto a vivere nella casa paterna e gestiva l’azienda agricola dei genitori, morti entrambi. Ha scaricato contro Lino, 62 anni, un caricatore della pistola di ordinanza e poi ha sparato contro la cognata Rosanna Trento, uccidendoli entrambi. “Venite a prendermi, li ho uccisi tutti e due” ha detto nella telefonata alla Questura, per costituirsi. Il movente sembra da ricercare tra i dissidi di famiglia, nel rancore verso il fratello e nei problemi economici. Il padre Umberto era morto da un paio di anni e la mamma Bruna era mancata alla fine dello scorso anno. I sei figli erano stati chiamati per l’eredità, in un momento in cui le cose per Massimo erano difficili, con la separazione dalla moglie, a cui aveva lasciato l’appartamento che condivide con i due figli. Era dovuto tornare nella casa paterna, ospitato da Lino e dalla moglie.

Una convivenza forzata e improvvisa. Massimo lavorava da quindici giorni come guardia giurata per l’istituto di vigilanza Carniel e aveva una pistola, quella che ha usata per uccidere fratello e cognata. I vicini hanno dipinto i Pestrin come una famiglia unita. “Massimo si era sposato ed era andato via. Era tornato da poco. Ultimamente viveva con il fratello e la cognata. Io li vedevo tranquilli. Non ho mai sentito di liti o di screzi fra loro” ha raccontato Angelo Gobbo, ex vicino e amico di famiglia, sottolineando che l’uomo era una brava persona.

Uccide fratello e cognata: le indagini

Le indagini stanno cercando di fare chiarezza sul movente del duplice omicidio. Massimo Pestrin è stato sentito in caserma, dal sostituto procuratore Michele Permunian, assistito dal legale d’ufficio Annalisa Zanin. Ha reso dichiarazioni spontanee ed è stato portato in carcere a Santa Bona. La dinamica dell’omicidio è più chiara. L’uomo è arrivato a casa in moto ed è sceso con la pistola in pugno. Si è diretto verso la cucina, dove il fratello e la moglie stavano pranzando, poi ha sparato. Probabilmente lo ha fatto per motivi economici e dissidi familiari. Per un rancore che provava da tempo e che era peggiorato con la convivenza forzata. L’uomo si è subito costituito e ha aspettato le forze dell’ordine.