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Le cause del caos seggi: “288 sono pochi e poi c’era la partita”

Caos a Palermo con decine di presidenti di seggio "disertori"

La partita di calcio e l'attacco hacker al sito del Comune ma anche altro, le cause del caos seggi: “288 sono pochi e poi c’era la partita”

Le cause del caos seggi a Palermo sembrano seguire una doppia direttrice su una terza delle quali La Stampa ha una testimonianza diretta: “288 euro sono pochi e poi c’era la partita”. Le inqualificabili defezioni dei presidenti di sezione in occasione di amministrative e referendum sulla giustizia sembrano essere attribuibili a due motivi concomitanti. Il primo sarebbe quello dello spareggio per il campionato di calcio con cui il Palermo si è giocato con il Padova il ritorno in serie B. 

Ecco le due cause del caos seggi

L’altro motivo sarebbe ascrivibile invece ad un attacco hacker che aveva paralizzato la piattaforma elettorale del comune. Di presidenti all’inizio ne mancavano 170 e alla fine all’apertura dei seggi erano diventati 50. Il dato è che il Viminale depreca e il Comune ne denuncerà 147. E uno di loro, in rigoroso anonimato, ha spiegato a La Stampa: “Ci sono sette schede e nove scrutini da fare: cinque referendum, sindaco, consiglio comunale, presidente di circoscrizione, consiglio di quartiere”. 

La terza questione, quella economica

“Sa quanto prendiamo? 288 euro. Gli scrutatori 208. Per quattro giorni di lavoro, senza orario”. E ancora: “Sabato dalle 15,30 alle 2 di notte. Oggi dalle 6 e chissà quando si finisce. Domani si farà notte e probabilmente bisognerà tornare anche martedì. Almeno 40 ore. Cinque-sette euro l’ora, altro che salario minino”.