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Legittima difesa: M5s frena la liberalizzazione delle armi

Legittima difesa

Comincia al Senato la battaglia del Carroccio per cambiare l'articolo 52 del codice penale. Ma dai colleghi grillini arrivano segnali di frenata

“Sono in perfetta sintonia con ministro Bonafede. Non si parla di liberalizzazione di armi”, aveva fatto sapere il leader leghista Matteo Salvini, principale fautore della potenziale modifica da attuare all’articolo 52 del codice penale, in materia di legittima difesa. Poi ha tenuto a puntualizzare: “Sosteniamo insieme la battaglia per far scontare la pena nei paesi di provenienza agli stranieri nelle nostre carceri”. Tuttavia dai 5Stelle arrivano solo segnali di frenata.

Alfonso Bonafede e la legittima difesa

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è intervenuto in Senato e ha detto la sua sulla battaglia del Carroccio per cambiare l’articolo 52 del codice penale. Parlando della riforma della legittima difesa, ha detto: “In nessun modo la realizzazione dell’obiettivo riformatore, per come concepito dalla maggioranza, potrà portare alla liberalizzazione delle armi in Italia. La detenzione e il porto delle armi risultano disciplinate da disposizioni normative rigorose sulle quali il Governo non avverte alcuna esigenza di intervenire. Si tratta di leggi che rappresentano strumenti irrinunciabili nella lotta alla criminalità”.

Sul tema è intervenuto nella serata di mercoledì 18 luglio anche il collega grillino, attuale Premier, Giuseppe Conte. L’ex professore ha riferito che “il Governo non vuole incitare alla giustizia privata né all’uso delle armi”. Quindi ha precisato: “L’Esecutivo è però consapevole che sul piano applicativo giurisprudenziale della legittima difesa si siano create delle incertezze che vanno risolte”.

Il dialogo con Salvini

Nessuna concessione alle lobby delle armi, nessuna vendita né detenzione illegale e smisurata. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, dopo la frenata del Guardasigilli, interviene in conferenza stampa ribadendo a sua volta: “No a liberalizzazioni”. Ha tenuto a precisare: “Sono in piena sintonia con il ministro Bonafede. Nessuna liberalizzazione delle armi”. Ai più timorosi ha detto: “Il mio ultimo obiettivo è il modello americano. Non mi interessa di vendere le armi in tabaccheria. Il modello che preferisco è quello svizzero“. Così, nella serata del 18 lugli, è di nuovo il Guardasigilli ad aver preso la parola, ribadendo che sulla legittima difesa “il governo è compatto”. Poi è stato confermato che si sta lavorando ad un testo per “togliere le zone d’ombra”.

Il ministro della Giustizia aveva rivendicato la sua competenza sulla materia rispetto al titolare del Viminale. “Il tema della legittima difesa riguarda la giustizia e non la sicurezza e l’ordine pubblico”. Così ha ribadito la competenza del suo ministero e la non adeguatezza in materia da parte dell’Interno. “Occorre intervenire (si vedrà se attraverso progetti di origine parlamentare o iniziative legislative governative) affinché siano eliminate quelle zone d’ombra che attualmente rendono quantomeno accidentato il percorso attraverso cui un cittadino, che si sia legittimamente difeso da un’aggressione ingiusta, possa provare la propria innocenza“, aveva rassicurato Bonafede.

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Gli interventi dei partiti

Quello del Guardasigilli non è stato l’unico intervento dal fronte 5Stelle. Ancora più esplicito è stato il freno posto dal senatore pentastellato della commissione giustizia, Francesco Urraro. “In considerazione della delicatezza della materia trattata, della complessità e dell’impatto a livello sociale è necessaria un’analisi approfondita delle norme esistenti e dei testi presentati”, ha fatto sapere. “Ciò è doveroso per il M5S, così da rendere la legge realmente efficace ma nella piena sicurezza dei cittadini. Il nostro sarà un lavoro scrupoloso, di sintesi e ragionato nel solco delle garanzie Costituzionali, senza muoversi sull’onda emotiva”. Così voluto rassicurare il collega di Bonafede.

Il partito berlusconiano sostiene la riforma voluta dalla Lega. Mara Carfagna di Forza Italia in riferimento alla parole dei grillini ha detto: “È uno schiaffo dei 5Stelle agli italiani”. Poi provoca: “Salvini cosa dice?”. Nel frattempo è iniziata la battaglia della destra in Parlamento per allargare i margini della legittima difesa. Cinque le proposte sul tavolo: della Lega, due di Forza Italia, una di Fratelli d’Italia, una di iniziativa popolare. Tutte perseguono un obiettivo molto simile.

Sul fronte opposto il segretario Pd, Maurizio Martina. Inevitabilmente ha attaccato le ultime proposte della destra. Sulla riforma ha detto stizzito: “È una legge Far West”. Quindi ha aizzato la polemica e lo scontro paragonando la proposta governativa alla realtà americana. Così ha fornito i numeri sulle vittime di armi da fuoco negli Stati Uniti.

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