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Milano, Fabrizio Corona aggredito da gruppo di spacciatori

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Fabrizio Corona è stato aggredito al boschetto di Rogoredo, famoso per lo spaccio di droga. L'ex fotografo era lì per un'inchiesta.

Fabrizio Corona è stato vittima di una violenta aggressione dopo essersi recato al boschetto di Rogoredo a Milano, noto per essere una delle piazze dello spaccio di droga. Il fatto è avvenuto nella serata di lunedì 10 dicembre, attorno alle 22.30, quando l’ex fotografo si è recato nel boschetto con una telecamera nascosta per documentare quanto accade lì durante la notte. Nessun serio problema sanitario per Corona.

Corona lì per un’inchiesta

Stando alle prime ricostruzioni, Fabrizio Corona sarebbe stato riconosciuto da alcuni assidui frequentatori del boschetto e sarebbe stato quindi colpito da un gruppo, anche se non è ancora chiaro quanti fossero. Allertato il 118, i sanitari sono accorsi sul luogo con un’ambulanza e un’automedica. Corona è stato medicato sul posto e non si è reso necessario il trasporto in ospedale. Al boschetto sono poi giunti anche i Carabinieri della compagnia di Milano che hanno effettuato i rilievi. Sembra che sia Corona che i suoi collaboratori siano stati derubati dagli aggressori. “Siamo stati pestati con le mani e con i bastoni, siamo stati derubati. Fabrizio non ha più i documenti e il cellulare. Io non ho più i contanti” ha dichiarato un dei collaboratori dell’ex fotografo. Le indagini sono nelle mani dei carabinieri.

Stando a quanto rivelato da Andrea Spadoni, Corona si è recato lì per registrare un servizio per la trasmissione di Giletti, Non è L’Arena.

La testimonianza di Corona

Lo stesso Fabrizio Corona ha voluto informare i suoi followers di quanto gli era accaduto. “Stasera mi sono recato al Bosco di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio italiano, dove anche la polizia si rifiuta di entrare – si legge su Instagram – Le uniche inchieste realizzate sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati dalla polizia che circondava la zona. Io mi sono recato lì solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l’Italia e la povera gente che vede uno stato inerme e una polizia disinteressata. – ha proseguito Corona – Ora ringrazio Dio per aver protetto mio figlio Carlos Maria”.

Alberto Dandolo ha ripostato la foto condivisa da Corona, scrivendo: “Leggo ora questo post. Spero tutto bene per la sua salute e quella di Carlos. In ogni caso un abbraccio a entrambi“.