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Coronavirus, Claudio Amendola si sfoga: "Mi sono rotto i cog*ioni"

claudio amendola coronavirus

Riapertura del 4 maggio e futuro del cinema durante la fase 2 dell'emergenza coronavirus: le parole di Claudio Amendola.

Claudio Amendola si è espresso contro la riapertura di alcune attività il 4 maggio come il governo si sta preparando a fare, ritenendo che un allentamento delle misure di sicurezza potrebbe ritorcersi contro e portare ad una seconda ondata di contagi da coronavirus.

Coronavirus: la posizione di Claudio Amendola

Intervistato in una trasmissione radiofonica ha pronunciato parole molto dure: “Mi sono completamente rotto i cog*ioni e non ne posso più di sentire che andrà tutto bene. Sento che appena ci daranno un minimo di via libera, sbrodoleremo fuori dalle case in maniera incontrollata“. Secondo lui dunque una riapertura troppo frettolosa potrebbe portare le persone, insofferenti dopo quasi due mesi di isolamento, ad uscire tutte insieme rialimentando la catena di diffusione.

L’attore è poi giunto a parlare della situazione difficile in cui versa e verserà il cinema perché, anche quando ci avvicineremo alla normalità, sarà molto complicato girare film e serie tv. Le norme di sicurezza e distanziamento previste dalle norme renderebbero infatti quasi impossibile lavorare. “I film dovrebbero durare sei mesi perché si riuscirebbe a girare una scena al giorno“, ha lamentato.

Le linee guide prevedrebbero poi l’igienizzazione di tutti i luoghi utilizzati sul set. “Che faccio, disinfetto un capannone abbandonato dove c’è la scena della fiction dell’inseguimento del cattivo? Oppure le case che affitti per un giorno, le devi sanificare il giorno prima per il giorno dopo?“, si è chiesto.

Ha poi concluso parlando in generale delle compagnie culturali costrette a girare tutti i giorni, così come chi monta i palchi per i concerti. Ha quindi dedotto che fino a che questa malattia non sarà debellata del tutto alcuni mestieri non si potranno riprendere.