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Lorys Stival, l'avvocato chiede l'assoluzione della madre

Lorys Stival, a luglio la sentenza definitiva

Durante il processo davanti alla Corte d'appello, l'avvocato della madre di Lorys ha chiesto l'assoluzione per mancanza di movente.

“Veronica è innocente”, lo dice Francesco Villardita, avvocato difensore di Veronica Panarello. La donna è accusata dell’omicidio del figlio, il piccolo Lorys Stival, ucciso il 29 novembre 2014 in provincia di Ragusa. Il 6 giugno si è svolto il processo davanti alla Corte d’assise d’appello di Catania. L’avvocato ha chiesto l’assoluzione della Panarello (condannata a 30 anni) per mancanza del movente. Il 5 luglio la Corte si riunirà per la sentenza.

Lorys Stival, la madre

Sono trascorsi quasi quattro anni dalla morte del piccolo Lorys Stival, il bambino ucciso a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. La madre Veronica Panarello è stata accusata dell’omicidio e condannata a 30 anni di carcere per il reato. Ma il processo non si è ancora concluso e l’avvocato della donna, Francesco Villardita, continua a difendere Veronica e a professare la sua innocenza. Il 6 giungo, durante il processo davanti alla Corte d’assise d’appello di Catania, Villardita ha sostenuto l’innocenza della madre di Lorys e ne ha chiesto l’assoluzione.

L’avvocato basa la sua linea di difesa sulla mancanza di un reale movente per l’omicidio del figlio. “Abbiamo chiesto l’assoluzione per non avere commesso il fatto anche per contraddittorietà e insufficienza della prova”, ha dichiarato l’avvocato.

Il processo

Durante la sua arringa difensiva, l’avvocato Villardita ha affermato: “Se c’è una compartecipazione a qualunque titolo al fatto potrebbe inquadrarsi sotto il profilo di un concorso anomalo e non di un concorso pieno”. Il legale di Veronica Panarello ha poi ribadito quanto affermato nelle precedenti udienze: la madre di Lorys Stival soffre di un disturbo della personalità che spiega i suoi comportamenti, ma che non implica che la donna sia un’assassina. “In via assolutamente subordinata riteniamo che il comportamento della Panarello, qualunque sia stato, è affetto da un disturbo di personalità. E anche il tratto di personalità disarmonica ha influito nel determinare gli eventi. E queste patologie, in ultime analisi, non possono non fare concedere le attenuanti generiche per come sono state richieste”.

Villardita si è poi occupato delle bugie della Panarello, come sono state definite nel processo. La sentenza di primo grado sarebbe stata “costruita sulle cosiddette bugie della Panarello, ma noi abbiamo detto e ribadito più volte che anche se si fosse trattato di bugie, queste farebbero parte di un percorso motivazionale per arrivare a una ‘confessione’ di un fatto per come rappresentato e narrato dalla Panarello”.

La condanna

La sentenza di primo grado è stata emessa nel febbraio 2017. Secondo quanto stabilito dal giudice, Veronica Panarello è una “lucidissima assassina“. La donna avrebbe commesso “senza pietà e pentimento il più innaturale dei crimini”, mantenendo inoltre “una condotta deplorevole, reiteratamente menzognera, calunniosa e manipolatrice”. Veronica ha infatti accusato il marito Andrea Stival. Il giudice lo ha definito “un espediente perfido e malvagio, capace di distruggere tutti gli ultimi baluardi affettivi della famiglia Stival, inoculando una dose ulteriormente letale di veleno dentro quel nucleo già profondamente colpito dall’assassinio efferato dei Loris”. La donna soffrirebbe della cosiddetta “sindrome di Medea“. Avrebbe ucciso il figlio come vendetta per un presunto tradimento da parte del marito.

Per queste ragioni il giudice ha stabilito la condanna a 30 anni di carcere per la madre di Lorys. Dopo il processo in Corte d’appello, si attende la sentenza definitiva. Il 5 luglio la Corte si riunirà nuovamente per emettere il verdetto finale.