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Mafia: i riti di iniziazione per entrare nei clan

Mafia: i riti di iniziazione per entrare nei clan

I riti di iniziazione sono delle vere e proprie prove d'onore, di coraggio, di valore, di resistenza.   Per entrare in un’ organizzazione criminale spesso si deve affrontare  un vero e proprio “rito di iniziazione”. C’ è molta emozione tra i partecipanti perchè nuovi membri entra...

I riti di iniziazione sono delle vere e proprie prove d’onore, di coraggio, di valore, di resistenza.

Per entrare in un’ organizzazione criminale spesso si deve affrontare un vero e proprio “rito di iniziazione”. C’ è molta emozione tra i partecipanti perchè nuovi membri entrano a far parte di una “ famiglia onorata”.

ll padrino afferma:”La Mafia non esiste, è un’ invenzione puramente letteraria da noi chiamata ”Cosa Nostra”, state cioè per essere “combinati”, al termine della cerimonia di iniziazione voi farete parte della famiglia. Sarete uomini d’ onore, con tutti i privilegi e tutti i doveri che questo comporta”.

Qui le regole non sono state mai scritte e tuttavia ogni adepto sa bene che cosa gli aspetta prima di diventare “uomo d’ onore”: prima di tutto nessuno dei suoi parenti deve essere o essere stato uno sbirro o un infame al servizio della polizia. Infine, è necessario superare la prova di coraggio e di valore , commettendo un delitto o con un reato che però sia grave. Ad un certo punto il padrino dice: “Vi avverto… avete ancora la possibilità di tornare indietro, dopo sarà troppo tardi …, bene allora è con perfetta cognizione di causa che stiamo per iniziare. Noi siamo un’ antichissima organizzazione che risale alla notte dei tempi , le nostre regole sono severe, guai a chi le infrange! Voi non toccherete le donne di altri uomini d’ onore. Il vostro comportamento sarà sempre improntato a serietà e rispetto. Non parlerete mai di Cosa Nostra davanti a estranei, non direte la vostra qualifica neanche ad altri uomini d’ onore.”

La regola impone che la presentazione sia opera di un terzo che dirà: “Voi siete la stessa cosa, siete tenuti a dire tutta la verità ai vostri simili, questo è il nostro codice di comportamento, lo accettate?” In seguito il padrino prende un pacchetto di immagini sacre, uno stecco d’ arancio amaro, un coltello e una scatola di fiammiferi. “Si faccia avanti il primo candidato”, il giovane va verso il padrino che gli mette in una mano un santino con un’ immagine dell’ Annunciazione, la cui festa si celebra il 25 marzo, ma festa anche di Cosa Nostra. Con un gesto deciso incide il polpastrello del dito che gli viene offerto e gli fa colare il sangue sull’ immagine sacra, prima di lasciarla nelle mani dell’ aspirante. Poi dice: “Non dovrete mai tradire i nostri segreti. Si entra in Cosa Nostra con il sangue e se ne esce solo attraverso il sangue.”

Quindi il padrino dà fuoco all’ immagine sacra e l’iniziato, dominando il dolore causato dalla fiamma, ripete :”Giuro di non tradire mai i comandamenti di Cosa Nostra. Se mai dovessi tradirli , che le mie carni brucino come quest’ immagine santa. Noi siamo una sola e medesima cosa . La nostra cosa. Cosa Nostra!.”
Anche per entrare nella Camorra c’è un rito iniziale da affrontare. Tutti gli adepti, alla luce di una candela, siedono attorno a un tavolo sul quale sono disposti un pugnale, una pistola carica e un bicchiere di vino avvelenato. Al candidato camorrista viene praticata un’ incisione al braccio con il pugnale. Poi egli giura obbedienza, fedeltà e discrezione tenendo il braccio insanguinato. Quindi impugna la pistola e se la punta sulla tempia, mentre con l’ altra mano si porta alle labbra il bicchiere avvelenato. Dopo averlo fatto inginocchiare il Boss poi gli posa una mano sulla testa e gli consegna il pugnale; poi rivolgendosi ai presenti, proclama: “ Riconoscete l’ uomo!”. Così nascono i camorristi.