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Marenghi infittisce il “turismo confindustriale”, i “senza azienda” cercano un candidato

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Il responsabile per l’organizzazione non si occupa dei problemi delle aziende ma le visita. Oscurati gli altri vicepresidenti

Salvare il soldato Marenghi o piuttosto salvare le aziende italiane dalle sue visite di cosiddetto “ascolto”, dove tutto si risolve in una foto estorta a chi lo ospita e che viene poi pubblicata su un notiziario interno di Confindustria? Già l’anno scorso l’infittirsi di tali “visite” aveva fatto storcere il naso a molti a viale dell’Astronomia, ma quest’anno è un crescendo: nove trasferte a febbraio, otto a marzo e già 4 ad aprile nonostante le feste di Pasqua ma con l’”aiutino” del Festival Film impresa che lo ha omaggiato due volte: prima ha annunciato in pompa magna che Marenghi avrebbe consegnato il premio a Tornatore e poi il giorno dopo con la foto della consegna effettiva.

In via dell’Astronomia oscillano tra l’ironia e l’incazzatura: la prima perchè è facile arguire che con le foto opportunity con imprenditori ignari non si diventa presidenti di Confindustria, l’incazzatura perchè il “turismo associativo” di Marenghi oscura, ovviamente seco di le indicazioni di Bonomi, gli altri vicepresidenti che si occupano dei problemi reali delle aziende e dei territori e le iniziative delle stesse territoriali e dei loro presidenti. Ovviamente, il bollettino interno che ospita le foto non ha alcun rilievo esterno reale, ma serve invece proprio per misurare le scelte del tuttora presidente Carlo Bonomi, che divide con Marenghi quella piccola visibilità tra gli associati che lo aprono e che magari lo valutano come il termometro delle simpatie e antipatie del capo pro tempore di Confindustria.

Ma davvero Bonomi, che ha visto tramontare ingloriosamente la sua voglia di essere nominato presidente dell’Enel per mantenere a Roma qualche benefit per sè e famiglia, pensa di candidare il soldato Marenghi a guidare Confindustria dal maggio prossimo (il Consiglio generale voterà a fine marzo 2024, la carica diventa effettiva con l’assemblea di due mesi dopo)? Oppure si tratta del tentativo di promuovere un fedelissimo, in attesa di scoprire le carte di un candidato più credibile? In realtà, l’insistenza sul promuovere Marenghi, che a marzo è stato anche ospite di Maria Latella (spesso moderatrice di convegni confindustriali) su Sky, cela l’ambizione di Bonomi continuare a governare Confindustria con il partito dei “senza azienda”, cosa che gli imprenditori con azienda ormai non tollerano più, visti i mediocri risultati che i primi, guidati proprio da Bonomi, hanno ottenuto. Anche a Milano il giudizio su Bonomi, finora taciuto o dissimulato, ora è senza appello: non solo non ha rinnovato nulla ma ha pensato solo a trovarsi un posto (vedi anche la vicenda Federazione gioco calcio) e non ha nemmeno risposto come faceva prima alle telefonate dei suoi mentori milanesi.

Intanto Alberto Marenghi, vicepresidente per l’organizzazione, infittirà ancora i suoi viaggi turistici senza mai parlare di contenuti, di problemi che riguardano da vicino la vita delle aziende. A meno che non stia tirando la volata a Emma Marcegaglia, conterranea mantovana di cui è stato sempre fedele sodale, carta estrema che i senza azienda potrebbero giocarsi per non rimanere fuori gioco. Ma l’ex presidente di Confindustria dal 2008 al 2012 non romperà la tradizione che vuole gli ex presidenti mai ricandidati, primo perchè certamente non troverebbe il cavallo bianco ad accoglierla e, secondo, perchè testimonierebbe l’incapacità di Confindustria a rinnovare la propria classe dirigente, cosa di cui continuamente viale dell’Astronomia rimprovera la classe politica. Infatti, venerdì scorso ha smentito: “sarebbe un errore ricorrere ad un past president”.