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Maria Elena Bottazzi, chi è la scienziata che ha inventato vaccino senza brevetto per i paesi poveri

Maria Elena Bottazzi

Maria Elena Bottazzi è alla guida di un team che ha sviluppato Corbevax, vaccino senza brevetti che costerà meno di un decimo di Pfizer e Moderna.

Maria Elena Bottazzi è alla guida di un team che ha sviluppato Corbevax, vaccino senza brevetti che costerà meno di un decimo di Pfizer e Moderna. La scienziata è candidata al Nobel per la Pace. 

Maria Elena Bottazzi, chi è la scienziata che ha inventato il vaccino senza brevetto per i paesi poveri

Maria Elena Bottazzi, microbiologa honduregna naturalizzata statunitense di origine italiana, docente di biologia alla Baylor University, ha inventato il vaccino senza brevetto per i paesi poveri. La donna è stata candidata al Premio Nobel per la Pace. Ha sviluppato, insieme al collega Peter Hotez, un nuovo vaccino contro il Covid con un metodo convenzionale che renderà produzione e distribuzione economici e accessibili anche per i Paesi poveri. Si chiama Corbevax e usa la tecnica delle proteine ricombinanti. La scienziata e il suo team non vogliono brevettare il farmaco, consentendo a tutti di riprodurlo autonomamente. “Quasi chiunque possa produrre vaccini contro l’Epatite B o sappia sviluppare proteine ​​a base microbica come batteri o lieviti, può replicare quello che facciamo” ha spiegato la donna, su Fanpage.it. 

La donna si è raccontata, definendosi una grande appassionata di microbiologia e spiegando che da anni studia strani parassiti intestinali e cerca di debellarli. “Mi affascina tentare di comprendere l’intelligenza di questi patogeni, capire secondo quali regole riescono a vivere dentro noi umani senza ammazzarci” ha spiegato, sottolineando che da tempo si sta concentrando su malattie tropicali trascurate ma molto gravi. “Il mio obiettivo è quello invece di trovare farmaci e vaccini che non solo siano efficaci e sicuri, ma anche facili da produrre in tutto il mondo a un costo accessibile a tutti” ha spiegato. Prima del vaccino Corbevax, la scienziata ha lavorato ad altri farmaci, come quello contro l’anchilostomiasi, verme intestinale che causa grave anemia e può aggravare la malaria. Ha lavorato anche ad un medicinale contro la schistosomiasi, infezione del sangue diffusa nei paesi poveri. Con i suoi collaboratori ha studiato anche un vaccino contro la malattia di Chagas, infezione che pul rimanere latente nell’organismo per 40/50 anni e poi causare gravi conseguenze all’improvviso. 

Il vaccino anti-Covid Corbevax

Corbevax si basa sulla tecnica delle proteine ricombinanti e sulle fermentazioni microbiche. Nel caso del Covid-19, come ha spiegato la scienziata, è stato scelto un lievito. “Semplifico molto per aiutarvi a capire: è un po’ come fare la birra, ha presente? Prendiamo un lievito, lo inseriamo dentro dei grandi contenitori e diamo inizio a una fermentazione dalla quale sviluppiamo delle proteine che imitano Spike, la proteina che consente al coronavirus di penetrare nelle cellule umane e di moltiplicarsi facendoci ammalare. Infine prendiamo la proteina che riusciamo ad ottenere da questo processo di fermentazione e la combiniamo con immunostimolanti e adiuvanti” ha spiegato Bottazzi a Fanpage.it. Questo vaccino è una replica di quello per l’Epatite B, che si produce già in molti Paesi del mondo. “Il vantaggio è che non devono essere impiantate nuove fabbriche e non servono tecnologie costose. Non a caso abbiamo già trasferito gratuitamente i brevetti in India, Bangladesh e diversi Stati africani. Una dose di Corbevax costerà tra gli 1,5 e i 2 dollari, ovvero meno di un decimo rispetto a Pfizer e Moderna” ha aggiunto, sottolineando che Corbevax fornisce una protezione superiore all’80% contro la variante Delta, e sono in corso esami per la Omicron. L’India ha già dato il via libera, ma ci sono altre collaborazioni in corso. 

Corbevax costa un decimo dei vaccini Pfizer e Moderna

Fin dalla sua fondazione il Baylor College of Medicine si è concentrato sullo sviluppo di farmaci e vaccini per i poveri. Crediamo in una ‘scienza aperta’ e pensiamo che eticamente sia ingiusto trarre profitti da un’emergenza sanitaria globale” ha spiegato la scienziata, che ha sottolineato di non aver mai pensato di diventare ricca studiando i vaccini. Il suo scopo è quello di aiutare le persone. La donna ha spiegato di essere rimasta scioccata quando ha saputo di essere candidata per il prossimo Nobel per la Pace. “Non ho mai lavorato con l’aspirazione di vincere un Premio Nobel, ma oggettivamente fa molto piacere sapere che c’è chi ha pensato a me” ha dichiarato. “Questo che stiamo attraversando è indubbiamente un disastro, ma tutto sommato siamo stati fortunati che si sia trattato di un Coronavirus perché in meno di un anno abbiamo potuto sviluppare vaccini efficaci e sicuri. In futuro tuttavia ci sono grosse possibilità di incontrare qualcosa di ancora totalmente sconosciuto, ad esempio un virus influenzale che potremmo non essere in grado di fermare. Per questo è indispensabile credere nella scienza, investire nella ricerca e prepararci perché sì, un giorno una nuova pandemia potrebbe davvero travolgerci di nuovo e trovarci del tutto disarmati” ha concluso la scienziata.