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Mascherine al chiuso, il governo proroga l’obbligo: le opinioni degli esperti

Mascherine al chiuso: parlano gli esperti

Mascherine al chiuso, il nodo irrisolto del governo che ha prorogato in parte l’obbligo e le opinioni degli esperti che non sono affatto concordanti

Mascherine al chiuso alla vigilia della scadenza del decreto che le norma, il governo proroga l’obbligo e le opinioni degli esperti non sono poi così omogenee. Il ministro della Salute Roberto Speranza è pronto ad un’ordinanza-ponte, per Matteo Bassetti non servono più e per Andrea Crisanti invece servono eccome. Appare quasi certo che le mascherine dovrebbero restare obbligatorie sui mezzi pubblici, come bus, metro e tram ma anche aerei e treni, a scuola dai 6 anni in su e sui luoghi di lavoro, anche se pende una possibilità di mera raccomandazione. Dal canto suo Speranza ha detto: “Alla Camera è stato approvato un emendamento in commissione che prevede la proroga in alcuni ambiti dell’uso delle mascherine al chiuso: nei trasporti a lunga percorrenza e locale, gli ospedali e presidi sanitari, le Rsa, tutti gli eventi in cinema e teatri e i palazzetti dello sport”. 

Mascherine al chiuso, le opinioni degli esperti

E ancora: “Raccomandiam in tutte le situazioni con rischi di contagi fino al 15 giugno. Oggi firmerò un’ordinanza che farà da ponte nel tempo necessario alla conversione del decreto”. L’infettivologo genovese Matteo Bassetti ritiene invece che l’uso della mascherina sia divenuto pressoché inutile se non in alcuni casi: “Non abbiamo mai spiegato alle persone a cosa servivano davvero. Non ho mai visto qualcuno portarla perché serviva, la indossavano e la indossano solo per non farsi multare. La conseguenza? Non ci ha fatto ridurre i contagi. Infatti, se oggi siamo come siamo è grazie ai vaccini, non alle mascherine”. E in chiosa: “Chi usa le Ffp2 per giorni, chi le rilava, rendendole di fatto inefficaci. Abbiamo attuato, quindi, la logica delle mascherine ‘alla cinese’, ovvero un’imposizione e basta”. 

Bassetti e Crisanti sono in disaccordo

Non la pensa così, invece Andrea Crisanti, docente di microbiologia all’università di Padova, che lo ha spiegato ad Open: “Servono non per bloccare il contagio ma per proteggere i fragili anche perché c’è un numero molto elevato di decessi di fragili vaccinati, questo è il problema. Se una famiglia ha un bambino con la leucemia, farà di tutto per proteggerlo e se questo bimbo va a scuola deve avere la stessa garanzia di sicurezza. Le mascherine servono per questo motivo, quindi sì sui mezzi pubblici e nelle aule scolastiche, no chiaramente in discoteca o al ristorante”.