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Michela Murgia: l'eredità lasciata alla sua famiglia queer

Michela Murgia

Prima di morire, Michela Murgia ha deciso di fare testamento, come atto politico, nei confronti della sua famiglia queer.

Michela Murgia, prima di morire, ha deciso di fare testamento come atto politico a tutela della sua famiglia queer, che non rientrerebbe nei parametri di una famiglia tradizionale dal punto di vista giuridico. Cathy La Torre, avvocato, attivista e grande amica della scrittrice deceduta a 51 anni, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Repubblica riguardo al testamento redatto da lei stessa: “Non posso entrare nei dettagli del suo testamento, posso però dire che mesi fa Michela ha iniziato una lotta politica perché ogni tipo di famiglia, anche quella che non è esattamente riconducibile all’eteronormatività e alla tradizione, cioè che non prevede legami di sangue tra i suoi componenti, potesse avere un riconoscimento, prima di tutto di linguaggio”.

Michela Murgia: il lascito ai suoi “figli d’anima”

Come informa FanPage, ai suoi “figli d’anima”, un termine affettuoso da lei spesso utilizzato, Michela Murgia ha lasciato la sua residenza romana, che diventerà il rifugio per l’intera famiglia queer. Uno tra loro, Alessandro Giammei, assumerà la responsabilità della cura degli scritti, sia quelli già pubblicati che quelli ancora inediti, dato che la Murgia ha continuato a scrivere fino agli ultimi giorni della sua vita, e alcuni di questi scritti verranno pubblicati dopo la sua morte.

Dettagli riguardanti il testamento

Nel corso di un’intervista concessa a Vanity Fair, durante cui aveva condiviso la notizia della sua malattia, Michela Murgia aveva approfondito i dettagli del testamento redatto in presenza di Claudia, la madre di uno dei suoi figli d’anima: “Tutto il mio armadio va in capo a Chiara Tagliaferri, che lo distribuirà a seconda delle sue scelte. Patrizia Renzi avrà il patrimonio di gioielli e bigiotteria, trenta chili di cianfrusaglie accumulate”.