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Migranti Messico: Trump separa anche bimba Down dalla mamma

migrante Down

Notizie sempre più inquietanti dagli Stati Uniti. Tra i bimbi migranti strappati ai genitori anche una piccola con sindrome di Down.

Una nuova polemica si abbatte sull’amministrazione Trump. Si scopre infatti che tra i piccoli migranti separati dai genitori e chiusi in casermoni o gabbie c’era anche una bambina di 10 anni affetta dalla sindrome di Down. Quando la questione viene sollevata dai media statunitensi, l’ex manager della campagna elettorale di Donald Trump, Corey Lewandowski, ha preso in giro la situazione esternando un “womp, womp“.

Richiusa bimba Down

Non si placa la polemica sull’amministrazione Trump, anche dopo che il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo per non dividere più i genitori migranti dai loro figli. In base alla nuova legge, ora tutta la famiglia sarà trattenuta nei centri di detenzione. Nel corso di una diretta televisiva sulla Fox News, infatti, il parlamentare democratico Zac Petkanas ha rivelato che tra i bambini separati dai genitori e chiusi in casermoni o gabbie c’era anche una bambina di 10 anni affetta dalla sindrome di Down.

La bambina aveva varcato il confine con il Messico insieme alla mamma e al fratello maggiore. Quando scoperti, i tre sono stati separati. La bambina disabile però poteva essere affidata al padre, visto che questo vive legalmente da anni negli Stati Uniti. La donna, con i figli, tentava infatti solo di raggiungere il marito. Nonostante questo, il Dipartimento per la sicurezza interna ha dato ordine di richiudere la bimba Down in un centro di detenzione a McAllen, in Texas, separata dai suoi cari che fino a quel momento si erano presi quotidianamente cura di lei.

Womp, womp

Mentre Zac Petkanas denunciava l’accaduto, l’ex manager della campagna elettorale di Donald Trump Corey Lewandowski l’ha interrotto dicendo “womp, womp”, espressione gergale americana per prendere in giro qualcuno in base al fallimento di quest’ultimo. “Come osi!” ha immediatamente replicato Petkanas ma da Lewandowski nessun rimorso. Anche successivamente, quando è stato inondato di critiche, l’ex manager della campagna di Trump ha semplicemente dichiarato che il suo “womp womp” era inteso solo per “prendere in giro” lo stratega democratico.

Cosa ci fosse da prendere in giro mentre si raccontava di bambini che venivano strappati dalle braccia dei loro genitori non è però davvero chiaro. Successivamente, Lewandowski ha persino sostenuto che deve le scuse solo a quei “bambini che i genitori mettono in una situazione tale da dover essere separati”. Come a dire che la colpa è sempre di qualcun altro.

Bimbi consolati coi calmanti

Ma altre storie inquietanti provengono dalla “civilissima” America. Anche se i giornalisti vengono tenuti a debita distanza da questi centri di detenzione, la maggior parte dei quali privati, la stampa ha rivelato la creazione di cosiddetti “tender age shelters” ovvero rifugi per bambini in tenera età, fino ad un massimo di 5 anni.

Stando alle ricostruzioni di alcuni media statunitensi come il Texas Tribune, in questi centri i bambini verrebbero consolati con delle iniezioni di calmanti. Una pratica sui minori che a quanto pare negli Stati Uniti è molto diffusa, tanto che nell’aprile scorso è stata avviata anche una class action.

A leggere questa notizia in diretta persino la nota conduttrice alla Msnbc Rachel Maddow non è riuscita a trattenere le lacrime. Nella nota stampa appena ricevuta dall’Associated Press, infatti, si leggeva della scoperta di “sale piene di bebé in lacrime”. E a tutto questo Melania Trump, che sembra fare il ruolo del poliziotto buono, risponde indossando una giacca con la scritta: “Non m’importa davvero, e a te?”.