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Omicidio Primavalle: a cosa serviva la pistola giocattolo nella casa del killer?

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Omicidio Primavalle: il killer accusa la povera Michelle di aver utilizzato una pistola finta per riscuotere il debito

L’omicidio di Michelle Causo continua a mostrare angoli sempre più oscuri del quartiere romano, Primavalle, ora diviso tra rabbia, indignazione, sete di vendetta e dolore. Chi è davvero il killer della ragazza? È l’interrogativo che si pongono da giorni gli inquirenti, che cercano di ricostruire le maglie di questo fitto tessuto urbano dove il “fidanzatino” trapper si muoveva con disinvoltura, come un gangster da rispettare e da temere. Intanto, nella sua abitazione in via Dusmet è stata rinvenuta una pistola finta.

Omicidio Primavalle, trovata pistola finta in casa del killer: la sua giustificazione

Mentre gli abitanti del quartiere si stringevano attorno alla bara di Michelle per l’ultimo saluto, gli agenti rinvenivano una finta arma a casa del killer. Una pistola che poteva essere tranquillamente utilizzata sul set di un film, tanto sembra vera.

Il minorenne, accusato di omicidio, ora si difende. Secondo il ragazzo, la finta arma sarebbe stata utilizzata da Michelle Causo per riscuotere il credito.

Il giocattolo era al secondo piano dell’appartamento di via Dusmet, dove Michelle Maria è stata brutalmente uccisa. Gli investigatori della Mobile e della polizia scientifica hanno trovato l’arma nel corso di un nuovo sopralluogo, accompagnati dalla pm Anna Di Stasio.

La pistola finta del killer: a cosa serviva davvero?

Si tratta di una pistola giocattolo che però tutto sembra, tranne che un giocattolo. Solo agli occhi degli esperti investigatori, dopo un’accurata ispezione, è apparsa finta.

Il ragazzino killer si è subito difeso: “Mi ha minacciato con quella pistola che aveva portato con sé”.

Non gli credono gli inquirenti. Ma non gli credono neppure le amiche fidate di Michelle, secondo le cui testimonianze il debito ammonterebbe a 1.500 euro e non 20-30 euro come ipotizzato agli inizi.

Sarà l’esito dell’esame delle impronte digitali a stabilire chi ha veramente impugnato quella pistola. Quasi certamente una mano esperta, pensano in Commissariato. Un giocattolo che poteva far paura a chi pensa che con le armi sia meglio non giocare.