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Piergiorgio Faraglia: a 52 anni è morto il cantautore romano

Piergiorgio Faraglia

Strappato dal mondo della musica il cantautore Piergiorgio Faraglia. E' morto a Roma a soli 52 anni

Addio a Piergiorgio Faraglia. “L’uomo nero”, così si era definito il cantautore, è deceduto nella giornata di venerdì 11 maggio, a Roma, nella sua città. Aveva 52 anni. Il giorno sabato 12 maggio, dalle 9 alle 15, alla camera mortuaria di via Elio Chianesi 53, ci sarà un primo saluto a Piergiorgio. Chi vuole, così riferisce il comunicato stampa, può portare o indossare cose colorate. I musicisti possono portare strumenti e

suonare. Faraglia era afflitto da un cancro alla lingua, che lo ha portato alla morte.

Addio a Piergiorgio Faraglia

E’ scomparso un grande del cantautorato italiano. Si tratta di Piergiorgio Faraglia, stroncato a causa di un tumore alla lingua contro cui combatteva da mesi. Aveva appena 52 anni e ancora tanti successi da decretare. E’ morto a Roma, la sua amata città, venerdì 11 maggio 2018. Scriveva per sé e per gli altri, era un uomo dal cuore grande. I suoi fan sono affranti e si dicono trafitti da un intenso dolore per la sua scomparsa. In molti pubblicano tweet con il suo nome, condividendo i video delle sue canzoni e ricordando la bellezza della sua musica. C’è poi chi scrive: “Un fulmine a ciel sereno! Il gigante buono, #luomnero, se n’è andato lasciandoci tutti più soli!”. Tantissimi fan lo ricordano pubblicando le sue canzoni, i suoi duetti e la sua dolcezza.

Aveva scritto e cantato canzoni belle, forti, dolorose e ritmiche. Si era definito rocksongwriter. “L’uomo nero” si chiamava il suo disco, quello di maggior successo e con cui era arrivato secondo alle Targhe Tenco per l’opera d’esordio. Aveva vinto molti premi: Botteghe d’autore, Premio migliore interpretazione al De André. Ma soprattutto nel tempo si era guadagnato stima, affetto ed emozioni.

Da sette mesi lottava duramente, con tenacia e caparbietà, contro un cancro alla lingua. La malattia lo ha portato alla morte nella giornata dell’11 maggio 2018.

Piergiorgio Faraglia non era solo chitarrista, autore, cantante e suonatore di strada. Era impegnato su tutti i fronti, perfino volontario della protezione civile, sia di Emmaus sia nella sua amata Umbria, a Sellano (dove aveva casa e studio di registrazione). Subito dopo il terremoto aveva con altri costruito una ludoteca per i bambini della zona.

Era sensibile, tonante, prorompente. Aveva prodotto anche dei bei dischi di altri. Attaccato alle bellezze e alle gioie della vita, davanti a ogni incertezza di musicista il suo motto indelebile era: “Nun rompe er cazzo e sona”. Con il suo accento da “romanaccio” vero, Piergiorgio incoraggiava tutti a lottare, a credere nei propri sogni. Infondeva coraggio e voglia di vivere, la stessa che lui ha dimostrato fino al suo ultimo respiro.

Piergiorgio Faraglia

Il saluto a Piergiorgio

In attesa della data del funerale, parenti, amici, fan potranno dare un primo saluto al cantautore sabato 12 maggio, dalle 9 alle 15 alla camera mortuaria dell’IFO (Via Elio Chianesi, 53). Chi vuole può portare o indossare cose colorate e i musicisti possono portare strumenti e suonare. Un bellissimo modo per dire addio a un uomo unico come lui, tanto amato e profondamente stimato.