Marianna Piacente Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Se ne sente sempre di più parlare, ma in cosa consiste il programma con cui il governo intende gestire i fondi del Next Generation Eu?
Pnrr, cos’è?
Si tratta dello strumento di ripresa e rilancio economico, introdotto dall’Unione europea per risanare le perdite causate dalla pandemia. Redatto dal governo Draghi e approvato dalla Commissione europea nel giugno 2021, il Pnrr del nostro Paese si articola nel seguente quadro: prevede sei missioni, organizzate in componenti e ognuna delle quali comprende una serie di misure (che si tratti di riforme normative o di investimenti economici). Transizione ecologica. Transizione digitale. Giustizia. Sanità. Scuola. Trasporti. Di tutto questo si occupa il Pnrr. Sono complessivamente 358 le misure (e submisure) considerate, di cui 66 riforme e 292 investimenti. Ogni misura ha una propria scadenza da rispettare, a cadenza trimestrale, lungo uno o più anni dal 2021 al 2026.
Pnrr, come funziona?
Tutte le misure e le scadenze sono assegnate dal presidente del Consiglio a un’organizzazione titolare (ministeri o dipartimenti). Gli enti maggiormente coinvolti sono il ministero delle Infrastrutture, titolare di 72 misure per un totale di 49,5 miliardi di euro, e quello dell’Ambiente, responsabile di 41 interventi del valore complessivo di 39,2 miliardi. Di questo ammontare, la maggior parte (122,6 milioni di euro) sono prestiti, che il nostro Paese dovrà restituire nel tempo all’Ue. La restante parte (68,9 milioni) sono sovvenzioni. Alle risorse europee si aggiungono inoltre 30,62 miliardi dalle casse dello stato italiano: si tratta del «fondo complementare», che serve a finanziare ulteriormente alcune misure del Pnrr e a realizzare nuovi interventi.
