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Governo italiano si schiera contro il gioco d’azzardo

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Il vice premier Di Maio dichiara che le spese che non si possono fare con il Reddito di cittadinanza sono solo quelle per il gioco d’azzardo.


“Le spese che non si possono fare con il Reddito di cittadinanza sono solo ed esclusivamente quelle per il gioco d’azzardo”. Questa l’ultima affermazione del vice premier Luigi Di Maio, che interpellato circa il funzionamento del Reddito di cittadinanza non ha rinunciato a riservare l’ennesima stoccata conto sale da gioco e slot machine. La ferrea volontà del governo giallo verde di ridurre il campo d’azione del gioco d’azzardo appare sempre più evidente, ed è la conseguenza di un periodo storico in cui Italia ed Europa hanno spinto in modo evidente creando i presupposti per rendere l’industria del gambling sempre più virtuosa. Ora sta partendo da tutta Europa una levata di scudi contro i casinò live e quelli digitali online, ed è innegabile che ciò avrà degli effetti in termini di ricavi che andranno a intaccare il trend 2018-2019. Tornando alle dichiarazioni del leader del Movimento Cinque Stelle Di Maio, la questione sulle spese immorali che non possono essere sostenute con il Reddito di cittadinanza, sta tenendo banco creando non poche polemiche tra i gruppi parlamentari. Risulta chiaro come il Governo attuale stia eseguendo una campagna di ostruzione al settore del gioco, cosa che avrà effetti sul fatturato di un’industria fino a questo momento virtuosa come quella del gambling. Le realtà che operano in Italia per quanto riguarda il gioco online potrebbero subire, nel giro di un semestre, un duro contraccolpo, in termini di entrate. Tuttavia tutto questo avverrà gradualmente, quindi i veri effetti sul settore del gioco si vedranno da qui alla fine del 2019.

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Il divieto della pubblicità al gioco d’azzardo è stato introdotto con il Decreto Dignità, attuato a partire dallo scorso 9 agosto, ma come abbiamo già visto ci sono delle eccezioni e delle proroghe circa i contratti sottoscritti prima dell’estate 2018, i quali potranno continuare ad avere effetto fino alla prima parte del 2018. I portavoce delle più note società di casinò online presenti in Italia così come nel resto d’Europa si sono detti molti preoccupati, e hanno già parlato di perdite che dovrebbero ammontare a un 25% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Fino a questo momento le realtà che operano all’interno della legalità sono presenti su portali come Casinoonlineaams.com che hanno concluso il primo semestre del 2018 con un crescita pari al 17% in più rispetto al 2017. La crescita prima dell’attuazione del Decreto Dignità, era da attribuire oltre che alla pubblicità e una campagna mediatica capillare, al rafforzamento del segmento delle app di gioco per casinò. Secondo i dati del 2017 il numero di utenti e di giocatori che utilizza lo smartphone per accedere ai casinò online è cresciuto del 30%, visto che quasi un utente su 3 effettua l’accesso e gioca tramite dispositivo mobile. Questo denota come l’industria del gambling abbia saputo puntare e investire sui software di ultima generazione, privilegiando quel tipo di giochi veloci come le slot machine, le roulette o i videopoker. Il dato denota infine come stia tramontando la fase di massima espansione delle poker room, fenomeno generazionale che ora viene ridimensionato dagli ultimi dati disponibili. Nel resto d’Europa cresce invece il numero di sale da gioco online, specialmente in Paesi come Spagna, Francia e Portogallo. Difficile dire cosa accadrà in Italia da qui al 2020 e come verrà gestito il tutto in termini di entrate erariali da parte di un governo che ha già espresso la chiara volontà di ridurre il numero di giocatori attualmente presenti in Italia.