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Pd-M5s alle regionali, i grillini: "Non è all'ordine del giorno"

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Fonti grilline smentiscono l'esistenza di una trattativa per le regionali: "Non c'è in ballo alcuna alleanza, le priorità sono altre".

Per il M5s l’alleanza con il Pd anche alle elezioni regionali “non è all’ordine del giorno”. Così il Movimento ha risposto a Dario Franceschini che, subito imitato da Nicola Zingaretti, ha proposto la formazione di una coalizione “per battere la destra” anche a livello locale, dopo l’insediamento a Palazzo Chigi.

Pd-M5s alle regionali

“Non c’è in ballo alcuna possibile alleanza”, assicurano fonti grilline, perché in questo momento “le priorità del Movimento sono altre e il tema non è all’ordine del giorno. Ci sono altri temi importanti da affrontare e provvedimenti da realizzare in tempi celeri a favore dei cittadini. Una cosa è certa: le dinamiche interne alle forze politiche non interessano gli italiani e non servono a far crescere il Paese. Rimaniamo concentrati sulle cose concrete, come il taglio dei parlamentari e l’abbassamento delle tasse”.

La proposta di Franceschini

Il primo a parlare di una possibile alleanza tra Pd e M5s alle prossime elezioni regionali (a partire dall’Umbria) è stato il neo ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. “Se lavoreremo bene, potremo presentarci insieme già alle regionali per battere questa destra”, ha commentato il dem. Il progetto di Franceschini va ben oltre le regionali e prevede un’intesa “politica ed elettorale, che passi per le comunali e arrivi alle politiche. Sarà difficile, non c’è dubbio. Ma il governo Pd-M5s sta salvando il Paese”.

Il sì di Zingaretti

La proposta di Franceschini ha ricevuto la benedizione del segretario Nicola Zingaretti: “È un’idea corretta. Bisogna rispettare le realtà locali, ma se governiamo su un programma chiaro in Italia perché non provare anche nelle regioni ad aprire un processo di rinnovamento?”.

Salvini: “Non conoscono vergogna”

L’ipotesi di una coalizione giallorossa alle regionali ha scatenato l’ira di Matteo Salvini, che ha accusato Pd e M5s di “non conoscere vergogna” e di agire “nel nome della poltrona. Lo facciano anche in Umbria, li sfido”.