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Cosa c'entra il sindaco Pd con lo scandalo di Bibbiano?

Cosa c'entra il sindaco di Bibbiano Pd

L'ormai ex primo cittadino Andrea Carletti deve rispondere delle accuse di abuso d'ufficio e falso ideologico.

“Parlateci di Bibbiano” è ormai entrato a far parte degli slogan della Lega (e, fino all’accordo che ha portato al Conte bis, anche del M5s) a partire dall’esplosione dello scandalo degli affidi illeciti e dall’apertura dell’inchiesta Angeli e Demoni. Lo stesso Luigi Di Maio, in una diretta del 19 luglio, ha assicurato che mai avrebbe stretto un’alleanza con “il partito che in Emilia Romagna toglieva i figli alle famiglie con l’elettroshock per venderseli”. A pagare le conseguenze della gogna politica e mediatica contro i dem è stato soprattutto l’ormai ex primo cittadino del Comune emiliano, Andrea Carletti. Ma, al netto della lotta tra partiti, cosa c’entra il sindaco Pd con lo scandalo di Bibbiano?

Cosa c’entra il sindaco di Bibbiano?

È vero che il sindaco di Bibbiano risulta effettivamente indagato e che la magistratura emiliana ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari. Ma le accuse di cui Andrea Carletti deve rispondere davanti ai giudici sono diverse da quella di “rubare i bambini ai propri genitori”, come dichiarato invece da Giorgia Meloni in un comizio del 5 luglio. I due reati contestati al primo cittadino sono falso ideologico e abuso d’ufficio. Carletti è accusato di aver violato le norme sull’affidamento dei locali utilizzati per effettuare le sedute terapeutiche, garantendo così alla onlus Hansel e Gretel (l’associazione gestita da Claudio Foti insieme alla moglie) un indebito vantaggio. Compito del sindaco è infatti bandire un concorso per l’assegnazione dei locali, non procedere a un affidamento diretto.

L’accusa di abuso d’ufficio

A proposito del reato di abuso d’ufficio, l’ordinanza del gip parla di un “ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel, consentendo ai medesimi l’utilizzo gratuito dei locali della pubblica struttura ‘La Cura’ di Bibbiano, messi a disposizione dall’Unione Comuni Val d’Enza”. Il sindaco avrebbe omesso di “effettuare una procedura a evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia avente un importo superiore a 40 mila euro”. Carletti sarebbe stato “pienamente consapevole della totale illiceità del sistema sopra descritto e dell’assenza di qualunque forma di procedura ad evidenza pubblica”.

Il reato di falso ideologico

L’accusa di falso ideologico è giustificata dal fatto che il sindaco di Bibbiano avrebbe permesso che “i componenti del consiglio e della giunta dell’Unione Comuni Val d’Enza attestassero il falso rispettivamente in sede di approvazione del bilancio e di approvazione del piano economico di gestione degli anni 2016, 2017 e 2018, attestando in atto pubblico una diversa casuale di imputazione delle somme in disamina”. In cambio, il primo cittadino otteneva “un notevole ritorno di immagine, oltre che di incremento dei fondi a disposizione del proprio settore di competenza. La collaborazione si è estrinsecata come essenziale al fine non tanto di consentire l’originario affidamento illegittimo, quanto piuttosto la sua prosecuzione nel tempo”.

Durante una conferenza stampa, il procuratore capo Marco Mescolini ha invitato l’opinione pubblica a non generalizzare e a ricordare che “sotto inchiesta non c’è il sistema di servizi” dell’amministrazione dem di Bibbiano “ma ci sono delle persone”.