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Renzi alla Leopolda: "Salvini puntava a un nuovo capo dello Stato"

Renzi alla Leopolda

"Quando uno fa un partito dopo una scissione gli viene molto meglio di prima": così Matteo Renzi ha iniziato il suo discorso alla Leopolda

Anche per la seconda giornata si è registrato un record di presenze rispetto alle precedenti edizioni. Molti erano in coda dall’alba di domenica 20 ottobre 2019. Nell’arco di due ore, nuovo sold out alla Leopolda. Il ministro Elena Bonetti ha aperto la giornata davanti agli elettori renziani, presentando il Family Act: “Vogliamo introdurre un assegno universale per i figli, un contributo mensile. L’attività educativa è un’azione civica, non un fatto privato delle famiglie”. Poi ha spiegato che sta lavorando anche “a congedi parentali anche per i papà perché l’educazione dei figli richiede la partecipazione di tutti e due i genitori”. Il provvedimento dovrebbe essere introdotto nel 2021. Infatti, ha detto: “È un progetto volutamente incompiuto. Da qui diamoci un anno per una convocazione straordinaria nel paese in cui tutti parteciperemo per scegliere la concretezza delle idee. Lo faremo tutti insieme. Andiamo nei territori, chiamiamo gli imprenditori, le aziende, il volontariato, il terzo settore. Facciamoci dare delle idee”. C’è grande attesa per Renzi alla Leopolda. Il leader di Italia Viva, partito nato dalla scissione con il Pd, è salito sul palco intorno alle 12.30 e ha tenuto un lungo discorso davanti al suo elettorato.

Renzi alla Leopolda: le sue parole

“Un abbraccio a chi diceva quest’anno la Leopolda sarà un flop. E due abbracci a chi invitava a restare a casa”, è il messaggio provocatorio pubblicato su Twitter da Matteo Renzi, il quale infatti, dal palco della Leopolda, ha rassicurato i suoi elettori e li ha ringraziati per la loro vasta partecipazione. “Il prossimo anno dicono che forse non la facciamo più la Leopolda. Continueremo a farla ma non potremo fare un abuso edilizi per allargarla. Popolo della Leopolda non avere paura: quando uno fa una canzone dopo una scissione fa una canzone molto migliore di quelle fatte prima, com’è accaduto a Tommaso Paradiso”. Allo stesso modo, ha spiegato, “quando uno fa un partito dopo una scissione gli viene molto meglio di prima”. Non nasconde il suo entusiasmo: “Siamo pronti a guardare al futuro recuperando la speranza. La Leopolda è quel luogo in cui da 10 anni si viene a prendere un pieno di esperienze e di energia. Si viene a credere che il futuro sia soltanto di demagoghi e populisti che vivono di slogan. Abbiamo fatto degli errori. Si impara sbagliando diceva Philip Roth. Ma quello che non è successo alla Leopolda è fare errori per qualunquismo”.

Poi i ringraziamenti: “Grazie dal profondo del cuore a tutti. Il primo applauso è per i volontari e per le migliaia di persone che sono rimaste fuori. Il popolo della Leopolda non ha paura. Questo è il luogo in cui i sogni si popolano, in cui fioriscono delle idee e proposte, nascono delle amicizie. Noi non abbiamo paura, e ci prendiamoci cura l’uno degli altri. Se si vuole far politica si devono fare le cose sul serio, vale per quota 100 e vale per l’immigrazione. Quando dicevamo “aiutarli a casa loro” non era uno slogan, ora le grandi aziende di stato stanno investendo in Africa”.

Renzi contro Salvini

Non potevano mancare le critiche a Matteo Salvini, nemico di sempre. Infatti, ha detto: “Il disegno di Salvini aveva come obiettivo il Colle. Quello che chiamano imbroglio di palazzo per noi ha un nome: si chiama democrazia parlamentare. Goditi il Paese, caro omonimo, che a governare il Paese ci pensiamo noi“. E ancora: “Il ruolo del Quirinale è un ruolo chiave. Se rimane questa legislatura in vita il presidente che ci accompagnerà fino al 2029 sarà espressione di forze politiche che credono nell’Europa, non mettono in discussione l’euro, non affollano le piazze circondati da Casapound, che mette in discussione valori costituzionali e la memoria condivisa”.

E ancora: “Non è nella disponibilità del premier, che peraltro non è un parlamentare, e di altri leader politici, anche loro non eletti in Parlamento, che questa legislatura abbia il dovere di proporre una maggioranza europeista e antisovranista per l’elezione del nuovo capo dello Stato”.

Il leader di Italia Viva contro il PD

E sul governo giallo-rosso ha commentato: “Non faremo un’alleanza strutturale con il M5S, non è il nostro mondo”. Sul Pd ha aggiunto: “Io non so se quelli che sono rimasti nel Pd rientreranno, noi intanto partiamo. Noi andiamo e se vogliono venire avranno sempre le porte aperte ma i tentennamenti di qualcuno non possono bloccare una carovana che ha voglia di correre”. Rivolgendosi a Zingaretti e Franceschini ha detto: “Insieme facciamo ripartire il progetto Ventotene, facciamone la casa dell’Europa”. Restano alcune idee in comune, ha ribadito Renzi, ma “sul resto saremo competitor del Pd. Noi vogliamo fare quel che ha fatto Macron e che certo non ha avuto il consenso dei socialisti francesi. Vogliamo assorbire larga parte di quel consenso, vogliamo arrivare come minimo sindacale in doppia cifra. Vogliamo offrire uno spazio a chi non crede nella casa dei sovranisti e non sta in un disegno strutturale di alleanza tra Pd e M5S”.

Renzi, inoltre, ha sottolineato quelli che, a sua detta, sono i limiti del suo ex partito. Quindi, ha esposto gli errori commessi in materia fiscale. Infatti, alla Leopolda ha dichiarato: “Evitiamo i balzelli come la Sugar tax e l’aumento sulle partite Iva. Questo argomento che ci ha portato a discutere col Pd. Io non voglio fare polemiche, ma su alcuni temi c’è una distanza. A cominciare dal fatto che in italia non si può aumentare la pressione fiscale, quando abbiamo governato noi è diminuita. Noi non possiamo diventare un partito che strizza l’occhio alla giustizia, noi siamo garantisti. Noi abbiamo un disegno opposto a quello del Pd. Da qui faccio appello a Dario Franceschini e Nicola Zingaretti, due amici e tali rimangono”.

Le parole su Italia Viva

Sul suo partito, invece, ha aggiunto: “Italia Viva è aperta, non un partito fatto da uno che voleva contare qualcosa. Se volevo contare potevo restare nel Pd, lo abbiamo visto ad agosto che si può contare senza avere un ruolo. Se abbiamo fatto un partito nuovo è perché volevamo una casa dove dire con forza parole di libertà, uguaglianza, bellezza. Non l’ho fatto per me ma per noi”.

Al partito di Silvio Berlusconi ha detto: “In piazza San Giovanni a Roma è finito un modello culturale di centrodestra, che io non ho mai votato, e Berlusconi non ha mai votato la fiducia a me, ma ha rappresentato per 25 anni un modello che aveva distorsioni, ma ha cercato di rappresentare l’area liberale del Paese. Salvini ha preso le redini, capisco il disagio di dirigenti e militanti di Forza Italia. A chi crede che c’è spazio per un’area liberale e democratica dico venga a darci una mano. Italia Viva è aperta”.

Renzi sulla condanna ai suoi genitori

L’ex leader del Pd ha fatto anche riferimento al rinvio alla condanna in primo grado dei suoi genitori. Nel suo discorso non sono mancate le critiche al leader della Lega, affermando che “Salvini ha cercato la rissa personale, ha parlato dei miei genitori dal palco di San Giovanni, dicendo che loro non sono incensurati, dimostrando di non conoscere la Costituzione”.

Al governo, invece, ha chiesto di non alzare le tasse e di ingaggiare un pool di professionisti disposti a “lavorare gratis” per ridurre la spesa pubblica. Tra i meriti della Leopolda, ha ricordato, c’è “la lotta all’evasione”.

Poi l’annuncio conclusivo: “Un nuovo big bang degli amministratori da organizzare nel mese di giugno, dopo le regionali. Ospiteremo un nuovo “Big Bang” degli amministratori locali come 8 anni fa. Porteremo centinaia, migliaia di amministratori ad aderire a Italia Viva. Il nostro progetto che parte per rappresentare quell’area liberale, quell’area democratica, quell’area riformista di cui il Paese, stretto dall’accordo 5 Stelle-Pd da una parte e dai sovranisti dall’altra, ha bisogno: non c’è soltanto uno spazio, c’è un bisogno”.