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Ex Ilva, Conte convoca un vertice: "Recesso ingiustificato"

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"Non ci sono i presupposti giuridici per i recesso", ha commentato il premier Conte dopo il ritiro di ArcelorMittal.

Dopo la notizia di ieri del ritiro di Arcelor Mittal dall’ex Ilva, il governo si è mostrato determinato nell’andare a fondo della vicenda affermando che “non consentirà la chiusura dell’Ilva“. Il premier Conte, quindi, ha convocato un vertice d’urgenza a Palazzo Chigi che si terrà mercoledì e nel corso del quale incontrerà i vertici di Arcelor Mittal: “Non esistono i presupposti giuridici per il recesso dal contratto” dicono fonti vicie al Mise.

Ex Ilva: Conte convoca vertice

Faremo di tutto per tutelare investimento produttivi, livelli occupazionali e per proseguire il piano ambientale” ha detto Conte esprimendo la massima determinazione nel non chiudere la produzione dell’Ilva salvaguardando così l’occupazione ma tutelando sempre l’ambiente. “Abbiamo convocato l’azienda – ha aggiunto il premier – e chiariremo bene la nostra posizione. Il governo vuole confrontarsi con l’azienda, ma riteniamo che non ci sia alcun motivo che possa giustificare questo recesso. La norma sullo scudo penale non era nel contratto e non può essere invocata per giustificare il recesso“. L’incontro dovrebbe avvenire mercoledì a Palazzo Chigi. In un primo momento la riunione era stata fissata martedì pomeriggio, ma sarebbe slittata di 24 ore.

Il parere della politica

A seguito della lettera con la quale Arcelor Mittal ha notificato la volontà di ritirarsi dall’ex Ilva, il mondo politico è insorto dicendo la sua in attesa del vertice che dovrà fare chiarezza sul futuro dello stabilimento di Taranto.

Patuanelli: “Scudo è un alibi”

Il ministro Stefano Patuanelli è intervenuto duramente sulla vicenda: “Non consentiremo la chiusura dello stabilimento. La questione dello scudo penale è una foglia di fico, un alibi per nascondere un altro problema“. “Uccide cittadini e operai ed è totalmente illegale, come dimostra lo stesso management di Arcelor Mittal” dice invece il governatore della Puglia, Michele Emiliano.

Italia Viva chiede informativa

Il partito di Matteo Renzi ha invece chiesto un’informativa del governo sulla vicenda. Il capogruppo al Senato Faraone ha infatti sottolineato che “solo qualche giorno fa avevamo espresso perplessità sul decreto firmato da Lega e M5s del Conte 1 e sulla successiva modifica proposta da Patuanelli“. Secondo il capogruppo di Iv, infatti, “ci sono 20mila posti di lavoro a rischio e noi abbiamo detto che il diritto alla salute e al lavoro devono e possono esistere insieme. Quanto alla Lega che si smarca e attacca gli ex alleati, ci risulta che il primo decreto Ilva fosse nel Conte 1 e che Salvini lo abbia votato, anche se ora alza le mani“. Bellanova, dal canto suo, auspica che Arcelor Mittal receda dai propositi annunciati invitando Conte e Patuanelli a intervenire subito.

Confindustria: “Danni al Paese”

L’annunciato ritiro di Arcelor Mittal dallo stabilimento ex Ilva avrà effetti negativi sulla città di Taranto e sull’economia dell’intero Paese con particolare impatto sull’occupazione“. Per l’associazione degli industriali sarà fondamentale creare le condizioni per riaprire il confronto con l’azienda con l’obiettivo di mantenere la produzione a Taranto.

Le accuse di Carlo Calenda

L’ex ministro Calenda accusa l’attuale maggioranza e avverte: “Vorrei solo dire a chi ha votato contro lo scudo penale Ilva: siete degli irresponsabili. Avete distrutto il lavoro di anni e mandato via dal Sud un investitore da 4,2 miliardi per i vostri giochini politici da quattro soldi