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Crisi libica: Giuseppe Conte incontrerà a Roma Fayez al-Serraj

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L'11 gennaio il Premier Giuseppe Conte incontrerà a Roma il suo omologo libico Fayez al-Serraj per discutere della crisi nel paese nordafricano.

Nel pomeriggio di sabato 11 gennaio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrerà a Roma il suo omologo Fayez al-Serraj per discutere in merito alla crisi libica. Il vertice avverrà dopo che lo scorso mercoledì 8 gennaio lo stesso al-Serraj aveva annullato la sua visita nella Capitale italiana per la concomitante presenza in loco del generale Khalifa Haftar, suo diretto rivale nella guerra civile che da anni sta dilaniando il paese nordafricano. L’annuncio è stato dato dall’ambasciatore libico presso l’Unione Europea Hafed Gaddur.

Crisi libica: Conte vede al-Serraj

Secondo quanto affermato dall’ambasciatore Gaddur sarebbe stato lo stesso Premier Conte ad invitare al-Serraj a Roma per quello che ha l’aria di essere un vertice riparatorio a seguito del gran rifiuto del Primo Ministro libico di fare scalo in Italia mercoledì sera.

Inizialmente era previsto un semplice colloquio con il ministro degli Interni di Tripoli, ma in seguito è stato al-Serraj a voler fare la sua parte nella ricucitura dello strappo avvenuto l’altro giorno. Terminato l’incontro con il Premier libico, lunedì 13 Conte volerà poi dal Presidente turco Erdogan e in seguito da quello egiziano al-Sisi nel tentativo di fa riconoscere a pieno titolo il ruolo dell’Italia come mediatore strategico all’interno del complesso scenario della crisi in Libia.

L’appello per il cessate il fuoco

Nel frattempo il governo di Fayez al-Serraj, appoggiato in dalla Russia e dalla Turchia, ha più volte richiesto in questi ultimi giorni un cessate il fuoco generale sul territorio libico. Richiesta che è però stata respinta dal cosiddetto governo di Tobruk, capitanato dalle forze di Khalifa Haftar le quali stanno tentando di avvicinarsi sempre più pericolosamente alla capitale Tripoli. A difesa del governo di al-Serraj (l’unico al momento riconosciuto ufficialmente dalle Nazioni Unite) è stato dispiegato un contingente militare turco che secondo alcune fonti sarebbe stato vittima di un attacco delle milizie di Haftar.