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Salvini a Palermo: folla al Massimo e proteste delle sardine a Ballarò

Salvini Palermo sardine

La presenza di Salvini a Palermo ha diviso la città: da una parte la folla l'ha acclamato e dall'altro centinaia di sardine l'hanno contestato.

Giornata dai fronti opposti per Matteo Salvini, che a Palermo ha dovuto fare i conti con le proteste delle sardine al mercato di Ballarò e al contrario con un bagno di folla al Teatro Massimo da cui molte persone sono state costrette a rimanere fuori.

Salvini a Palermo

Il leader della Lega si è recato in terra sicula per un meeting con il Presidente Nello Musumeci, per visitare un Commissariato di Polizia e per due incontri pubblici. Con il governatore di centrodestra ha spiegato di non aver parlato di accordi ma di temi reali come l’agricoltura. “Non era il momento di parlare di rimpasti o di roba del genere. Musumeci è persona stimata e stimabile, lui farà le sue scelte noi non stiamo pressando niente e nessuno“, ha dichiarato ai cronisti.

Poco dopo si è recato al teatro dove ha tenuto una convention con i dirigenti e i simpatizzanti del suo partito. Pieno il locale, con la Polizia che ha dovuto impedire a decine di persone di farvi ingresso per motivi di sicurezza. La visita nel capoluogo siculo ha anche dato l’occasione a Salvini per commentare le parole di Umberto Bossi, secondo cui “La lega nazionalizzata non può vincere al sud. Il segretario del Carroccio ha affermato di portare rispetto nei confronti delle sue idee ma che queste non gli faranno cambiare le sue intenzioni. Anche perché “i numeri dicono che non siamo mai stati così forti come adesso nelle regioni del Nord e con grande orgoglio ormai siamo determinanti e presenti al Sud“.

La manifestazione delle sardine

La presenza di Salvini ha però generato anche contromanifestazioni e proteste al grido di “Palermo non si lega” e “Salvini torna al Papete“. Centinaia di cittadini, la maggior parte dei quali appartenenti alle sardine, sono insorti al mercato di Ballarò. Con musica, tamburi, cori di Bella ciao, copie della Costituzione e cartelli con citofoni, hanno probabilmente spinto il leghista ad annullare la tappa originariamente prevista per incontrare i commercianti.

Anche fuori dal Massimo diverse persone si sono radunate per un flash mob contro il leader del Carroccio, accusato dal portavoce del movimento di essersi recato a Palermo solo per consacrare la costituzione del gruppo parlamentare della Lega nord e ottenere l’assegnazione di un assessorato. Un’opera che ha giudicato di puro trasformismo.