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Audio fondi russi alla Lega, la Cassazione: "Prova dell'accordo"

Fondi russi lega reato

Il file audio sui fondi russi alla Lega costituisce "notizia di reato": la sentenza dei giudici della Cassazione.

Dopo le foto del presunto accordo, un giornalista ha consegnato ai magistrati dei file audio dell’hotel Metropol di Mosca, i cui contenuti , secondo la Cassazione, costituiscono “notizia di reato” relativamente al caso dei presunti fondi russi alla Lega. Questi materiali potranno dunque essere utilizzati in fase di indagine e di ricerca delle prove nell’inchiesta che coinvolge il Carroccio. Secondo i giudici “la registrazione, nell’attuale incertezza sulle sue modalità di acquisizione”, non è utilizzabile nel processo, ma “il contenuto dei file audio” è prova di un illecito.

Fondi russi alla Lega: l’audio

“La registrazione acquisita dall’inquirente riproduce un accadimento della realtà” dichiara la sesta sezione penale della Cassazione. Quindi ribadiscono i giudici “a prescindere dalla utilizzabilità in sede processuale, la registrazione riproduce un avvenimento storico e “rimanda al contenuto dichiarativo di soggetti precisamente individuati grazie alle dichiarazioni del giornalista Stefano Vergine, ed anche in mancanza dell’attuale identificazione dell’autore della registrazione, legittima le indagini del pubblico ministero per verificare la portata e la sussistenza della notizia criminis che dal suo contenuto si evince una volta che siano state positivamente acclarate l’autenticità e l’attendibilità della registrazione stessa, esito questo già positivamente sperimentato, essendo state escluse manipolazioni ed interventi esterni sul supporto che contiene la traccia audio”.

I giudici sottolineano inoltre che “la conversazione registrata ha a oggetto un accordo illecito per la retrocessione di importanti somme di denaro a favore del partito politico Lega e dei funzionari russi, coinvolti nella trattativa della vendita di prodotti petroliferi. In particolare, in un passaggio della conversazione, si chiariva come fosse già stato raggiunto un accordo i cui termini essenziali erano riportati in uno screenshot di appunti alla cui ricerca e pertanto funzionale il sequestro”.