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Coronavirus, Conte a Von der Leyen: "Sento idee non degne di Europa"

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Giuseppe Conte risponde alla lettera di Ursula Von der Leyen: "Solo se avremo coraggio potremo farcela contro il coronavirus".

Il premier Giuseppe Conte risponde alla lettera di scuse di Ursula Von der Leyen pubblicata su Repubblica martedì 1 aprile. “Solo se avremo coraggio, potremo ricordare il 2020 non come l’anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita”.

Conte risponde a Von der Leyen

La lettera di scuse di Ursula Von der Leyen pubblicata su Repubblica ha sortito il suo effetto. Nella sua efficacia ed essenzialità è servita a restituire quella vicinanza e unità che nell’Europa intera mancava nelle ultime settimane, nonostante ancora ci sia molto – tanto – da lavorare, per uscire dalla crisi attuale e quella futura, che aspetta al varco scaldandosi le mani. A Ursula, sempre dalle pagine di Repubblica, ha risposto il Premier Giuseppe Conte, che non ha mancato prontamente di ricordare le emergenze attuali: “Cara Ursula, ho apprezzato il sentimento di vicinanza e condivisione che ha ispirato le parole con cui ieri, dalle pagine di questo giornale, ti sei rivolta alla nostra comunità nazionale e, in particolare, al nostro personale sanitario, che, con grande sacrificio e responsabilità, è severamente impegnato nel fronteggiare questa emergenza. Le tue parole sono la prova che la determinazione degli italiani ha scosso le coscienze di tutti, travalicando i confini nazionali e ponendo la riflessione oggi più urgente: cosa è disposta a fare l’Europa non per l’Italia, ma per se stessa”.

Conte ricorda che quanto stiamo vivendo oggi necessita una risposta straordinaria e univoca, chiedendo un salto di qualità: da unione economica a una sociale e politica. Una sfida cui risposta non si trova nei manuali d’economia, ma che necessità di essere scritta con la storia, grazie alle manovre e i sacrifici che si stanno compiendo. “Accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di sostenere, attraverso il piano “Sure” da 100 miliardi di euro, i costi che i governi nazionali affronteranno per finanziare il reddito di quanti si trovano temporaneamente senza lavoro in questa fase difficile. È una iniziativa positiva, poiché consentirebbe di emettere obbligazioni europee per un importo massimo di 100 miliardi di euro, a fronte di garanzie statali intorno ai 25 miliardi di euro”. Iniziativa che, ricorda Conte, non basta, poiché per la sicurezza dell’occupazione del Paese e dei lavoratori, si necessita di molto di più.

La proposta di Conte

Conte parla di guerra, termine sbeffeggiato da molti dall’inizio della pandemia, ma in questo caso utile a sottolineare la gravità della situazione. “Nei giorni scorsi ho lanciato la proposta di un’European Recovery and Reinvestment Plan. Si tratta di un progetto coraggioso e ambizioso che richiede un supporto finanziario condiviso e, pertanto, ha bisogno di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il suo tessuto sociale ed economico”. Titoli che non sono da condividere con il debito che ogni Stato porta con sé, o alla quale altri Paesi dovranno far fronte: “Piuttosto, di sfruttare a pieno la vera “potenza di fuoco” della famiglia europea, di cui tutti noi siamo parte, per dare vita a un grande programma comune e condiviso di sostegno e di rilancio della nostra economia, e per assicurare un futuro degno alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, e a tutti i nostri figli”.

Basta quindi a strumenti inadeguati, ricorda Conte, rispetto ai veri scopi da perseguire, che vanno oltre i comportamenti dei singoli Stati. Una sfida che riguarda tutti e dove tutti si trovano sulla stessa barca: remare per portare in salvo tutti i Paesi. Conclude Conte: “Le decisioni che prendiamo oggi verranno ricordate per anni. Daranno forma all’Europa di domani”, hai scritto ieri nel tuo intervento. Sono pienamente d’accordo. Il 2020 sarà una data spartiacque nella storia dell’Unione europea. Ciascun attore istituzionale sarà chiamato a rispondere, anche ai posteri, delle proprie posizioni e del proprio operato. Solo se avremo coraggio, solo se guarderemo davvero il futuro con gli occhi della solidarietà e non col filtro degli egoismi, potremo ricordare il 2020 non come l’anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita”.