> > I cardinali bocciano Salvini: "Chiese aperte? Tempo di responsabilità"

I cardinali bocciano Salvini: "Chiese aperte? Tempo di responsabilità"

salvini

Arriva il no dei cardinali alla proposta di Salvini di aprire le chiese per Pasqua nonostante il coronavirus.

Continua a far discutere la proposta di Matteo Salvini di aprire le chiese per poter celebrare la Pasqua nonostante l’emergenza sanitaria. I cardinali Bassetti e Zuppi hanno voluto dare una risposta in primis al leader della lega, me anche a tutti i fedeli che concordano nel riaprire i luoghi di culto: per loro, l’idea è completamente errata.

Il no dei cardinali a Salvini

La proposta di Matteo Salvini di aprire le chiese per celebrare la Pasqua è stata oggetto di grande discussione, ricevendo molti no anche dal mondo della politica, a partire da Giorgia Meloni. Ora arriva una bocciatura anche dalla Chiesa. Il cardinale Gualtier Bassetti ha risposto duramente alla proposta di Salvini. “Più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti, la Chiesa sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese”.

Per lui: “È tempo di responsabilità e si vedrà chi ne è capace. L’impossibilità di poter partecipare alle Messe di Pasqua quest’anno è un atto di generosità -continua il prelato-. È un nostro dovere il rispetto verso quanti, nell’emergenza, sono in prima linea e, con grande rischio per la loro sicurezza, curano gli ammalati e non fanno mancare tutto ciò che è di prima necessità”.

Cardinali, regole vanno rispettate

Anche il cardinale Matteo Maria Zuppi ha voluto dare una risposta all’ex ministro dell’Interno. “Anche a me piacerebbe poter celebrare la settimana Santa e la Pasqua con la comunità -dichiara Zuppi-. Rischiare, però, è pericoloso e le regole vanno rispettate e anche la Chiesa ha il dovere di farlo. Come vescovi abbiamo tanto sperato che le celebrazioni pasquali coincidessero con la fine dell’emergenza: purtroppo non è così”. Poi riprende la risposta di Fiorello a Salvini. “Le persone che non possono muoversi, altrimenti, resterebbero escluse -continua il cardinale-. Forse, invece, sono le preghiere più care al Signore. Riscopriamo in questi giorni la preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti”.