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Di Battista: "Allontanare Renzi dalla politica è un dovere morale"

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Di Battista: "Dovere morale allontanare Renzi", il secco no dell'ex parlamentare del M5s.

Resta molto complicata la situazione della maggioranza di governo, con Conte sempre più in difficoltà nel riuscire a trovare i cosiddetti responsabili in Parlamento e quegli ammiccamenti di Renzi che sarebbe disponibile ad un nuovo dialogo. È fortemente contrario a tutto questo Alessandro Di Battista, uno dei leader del primissimo modo di intendere il MoVimento 5 Stelle, decisamente lontano dall’aspetto filo governativo che per forza di cose ha assunto negli ultimi anni. Per Di Battista allontanare Renzi dalla politica è un “dovere morale“.

Di Battista: “Allontanare Renzi? Dovere morale”

Di Battista parla attraverso un suo editoriale su Tpi, nel quale torna sull’aspetto più caro al MoVimento della prima ora, ovvero il conflitto d’interesse tra politica e imprenditori, tra il palazzo e i cantieri. “Ho sempre ritenuto che la mancata revoca di Autostrade durante il Conte I fosse imputabile alla pavidità di Salvini” scrive Di Battista che poi aggiunge: “Al contrario ritenevo che il Conte II avrebbe trovato le stesse identiche difficoltà per la contiguità di taluni esponenti del Pd con determinati gruppi industriali italiani. E mi riferivo, soprattutto, alla compagine renziana, trombettieri del peggior establishment del Paese”

Un messaggio chiaro e limpido che trova la sua sintesi in questa frase: “Oggi che allontanare definitivamente il renzismo dalla scena politica italiana non è affatto impossibile, credo sia un dovere morale andare fino in fondo”. La posizione dell’attivista ed ex parlamentare grillino è dunque molto chiara, ma senza Renzi e con i danni giudiziari dell’Udc, il presidente Conte rischia di cadere già mercoledì quando si tratterà di votare la riforma della Giustizia di Alfonso Bonafede. La maggioranza relativa al Senato già scricchiola e il no dei renziani sul tema è già agli atti. Mancano i numeri.

Da Di Battista a Conte

La situazione di Conte è dunque più in bilico oggi rispetto che una settimana fa. Lo stesso presidente del Consiglio sembra averne contezza, e indiscrezioni vorrebbero che sarebbe pronto ad accettare anche l’ipotesi di andare al voto. Anche gli alleati del Pd sembrano stufi di questa continua caccia ai costruttori e avevano dato una settimana di tempo per poter provare a sorreggere la maggioranza. Dai 5 Stelle, poi, la chiusura verso Renzi e l’Udc è netta. I numeri non ci sono, e la maggioranza potrebbe non farcela.