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Premier Draghi alla Camera: le comunicazioni sul Consiglio Europeo del 24 e 25 giugno

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Terminato l'intervento del Premier Draghi alla Camera in vista del Consiglio Ue del 25 e 25 giugno: alle 15 passerà in Senato.

Il Premier Draghi è intervenuto alla Camera per dare le proprie comunicazioni in merito al Consiglio Europeo del 24 e 25 giugno. Il capo del governo, che alle 15 è atteso in Senato, parlerà anche del disegno di legge Zan dopo la mossa del Vaticano che ha chiesto di rimodularlo.

Draghi alla Camera sul Consiglio Europeo

L’interlocuzione con il Parlamento è essenziale per meglio definire la posizione del nostro Paese su temi di grande rilevanza per la vita dei nostri cittadini e delle nostre istituzioni“. Quanto alla situazione economica, il Premier ha spiegato che “secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come il resto dell’Ue. Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa probabilmente sarà ancora più sostenuta. La fiducia sta tornando“.

Per ciò che riguarda la pandemia, ha affermato che “in questo quadro economico positivo permangono alcuni rischi. Il primo è proprio la situazione epidemiologica. Sebbene in forte miglioramento, questa deve essere monitorata con attenzione. In particolare, dobbiamo tenere sotto controllo l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti“.

La chiave per combattere le varianti, ha continuato, risiede nella campagna vaccinale. “Ad oggi nell’Unione Europea più di metà della popolazione adulta ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In Italia la quota è quasi del 60% e circa il 30% della popolazione adulta ha completato l’intero ciclo di vaccinazione. I rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosiddetta variante Delta ci impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità. Dobbiamo inoltre continuare a concentrarci sui soggetti più fragili, come i più anziani, che sono maggiormente a rischio di morte o di ospedalizzazione“.