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Putin non vuole testimoni e manda al macello i macellai di Bucha

Uno scatto sugli orrori di Bucha

Vladimir Putin non vuole testimoni di quei massacri raggiungibili da Sbu e magistrati dell'Aja, perciò manda al macello sul fronte i macellai di Bucha

Vladimir Putin non vuole testimoni e manda al macello i macellai di Bucha: secondo una tesi da suffragare ma credibile dopo un riposo tattico ed un sacco di medaglie i carristi buriati del 64mo reggimento sono stati spediti a Kharkiv dove si muore facile. Perché? Perché ognuno di loro, o quanto meno buona parte, è finito nella “black list” dei servizi segreti ucraini e degli hacker.

Putin “manda al macello i macellai”

Questo significa che la Corte dell’Aja che sta indagando sui massacri di Bucha ha una sfilza di potenziali imputati-testimoni da interrogare, anche a contare che da qui a qualche tempo ne potrebbe trovare pochi. Perciò meglio spedire tutto il reparto, dopo i “cimenti macellai” attribuiti a loro a Bucha e dopo un rientro in caserma con tutti gli onori, in una zona dove ci penserà la guerra ad assottigliare i ranghi di quelli che potrebbero parlare su orrori e soprattutto mandanti.

Prima le medaglie, poi Kharkiv

La tesi è stata esposta dall’Istituto per lo studio della guerra americano e ripresa da Repubblica. Il “capolavoro” sarebbe stato poi quello per cui proprio Putin, per riconoscere il “valore” dei carristi buriati del 64mo, li ha insigniti con tutta la brigata del titolo di “Brigata delle Guardie”. Questo allo scopo di allontanare da sé ogni sospetto che dopo quella roboante onorificienza ai fanti “macellai” di Bucha sarebbe toccato un altro macello: il loro.