I test del vaccino italiano contro il coronavirus sull’uomo partiranno nell’estate 2020, ma al momento le sperimentazioni sembrano dare risultati promettenti: gli anticorpi generati nei topi bloccano il virus. A rivelarlo sono i primi test effettuati dal laboratorio di Virologia dell’istituto Spallanzani. L’amministratore delegato Luigi Aurisicchio, inoltre, ha aggiunto che si tratta del livello più avanzato raggiunto in Italia.
Coronavirus, vaccino italiano e anticorpi
Gli anticorpi generati nei topi bloccano il coronavirus: continua la sperimentazione del vaccino italiano all’Istituto Spallanzani. I test sull’uomo, però, verranno avviati in estate. A rivelare le ultime novità è stato proprio l’amministratore delegato Luigi Aurisicchio, precisando che è il livello più avanzato raggiunto in Italia.
Il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, invece, aveva dichiarato che “se i primi test daranno un esito positivo, porteranno nel 2021 alla somministrazione del vaccino su un alto numero di persone a rischio e, spero, alla dimostrazione della sua efficacia”. Per la sperimentazione l’istituto per le malattie infettive sta allestendo un’area dell’ospedale che sarà specificatamente dedicata alla somministrazione del vaccino a volontari sani, nel “rispetto di tutte le garanzie di sicurezza”. A maggio dovrebbero cominciare le selezioni di circa 50 volontari.
Il vaccino
Si tratta – spiegano gli esperti – di un vaccino genetico basato su un vettore virale che è stato messo a punto dalla società ReiThera, un’azienda di biotecnologie con sede a Castel Romano. “A differenza dei vaccini tradizionali – ha spiegato infine Vaia -, i vaccini genetici non utilizzano un microorganismo inattivo o parte di esso, ma il gene che codifica per l’antigene del microrganismo che si vuole neutralizzare”.