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Coronavirus, scoperto anticorpo della Sars capace di neutralizzarlo

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Un team internazionale guidato dall'italiano Davide Corti ha scoperto un anticorpo della Sars che potrebbe essere efficace anche per il coronavirus.

Un anticorpo risalente alla nota sindrome respiratoria Sars del 2003 potrebbe risultare efficace anche per combattere il coronavirus Sars-CoV-2, responsabile della pandemia di Covid-19. È la scoperta a cui è giunto un team di ricercatori internazionale guidato dall’italiano Davide Corti, che isolando e analizzando l’anticorpo monoclonale proveniente da un paziente guarito dalla Sars quasi vent’anni fa è riuscito a neutralizzare altre tipologie di coronavirus, compreso il Sars-CoV-2. Al momento le sperimentazione è ancora in una fase preliminare, ma i risultati ottenuti si inseriscono appieno nei traguardi raggiunti con la ricerca sugli anticorpi monoclonali.

Coronavirus, anticorpo della Sars potrebbe neutralizzarlo

Come spiega il ricercatore Davide Corti, direttore della ricerca alla Humabs Biomed Sa, l’anticorpo S309 è risultato l’unico tra gli altri 25 sviluppati dal paziente guarito ad essere efficace contro il coronavirus Sars-CoV-2: “Abbiamo isolato questo anticorpo decisamente unico solo di recente, quando siamo andati alla ricerca di anticorpi che fossero in grado di reagire, ossia di riconoscere una regione conservata tra il virus della Sars e quello della Covid-19, due virus strettamente imparentati e che hanno un modesto livello di omologia”.

L’anticorpo selezionato, e finora utilizzato soltanto in sperimentazioni in vitro, va infatti ad agire sull’ormai noto recettore Ace2, cioè la “porta d’ingresso” che il coronavirus utilizza per penetrare all’interno del nostro organismo: “Abbiamo scoperto che questo anticorpo riconosce una regione conservata della proteina spike. […] In questo modo è possibile che il virus non riesca a mutare fino a rendere inutile l’anticorpo senza al contempo perdere la sua capacità infettante. Come tutti i virus, infatti, ci sono delle regioni che non possono cambiare e mutare senza che il virus in qualche modo ne risenta”.

Gli sviluppi futuri

Per quanto riguarda invece gli utilizzi futuri dell’anticorpo S309, Corti precisa come al momento siano allo studio quattro diversi scenari. Il primo di questi scenari riguarda la profilassi, cioè la prevenzione per i soggetti più a rischio i quali potrebbero beneficiare di un intervento precauzionale immediato. Il secondo prevede invece di adoperare l’anticorpo S309 per prevenire la progressione della malattia nei pazienti più gravi, mentre il terzo prevede di utilizzarlo quando il paziente sta per entrare o si trova in terapia intensiva. L’ultimo scenario previsto dal ricercatore consiste invece nell’utilizzare S309 per la produzione di vaccini.