> > Coronavirus: l'idrossiclorochina potrebbe aumentare il rischio di morte

Coronavirus: l'idrossiclorochina potrebbe aumentare il rischio di morte

coronavirus marsala positiva lombardia

L'idrossiclorochina usata contro il coronavirus potrebbe aumentare il rischio di morte: a rivelarlo uno studio condotto su 96 mila pazienti.

Stando a quanto dichiarato da Donald Trump l’idrossiclorochina, il farmaco anti malaria da lui stesso assunto a scopo profilattico contro il coronavirus, comporterebbe in realtà un aumento del rischio di morte dei pazienti a cui viene somministrato.

Coronavirus: idrossiclorochina aumenta rischio morte

A rivelarlo è uno studio effettuato su 96mila persone positive. Coloro che hanno assunto il medicinale avrebbero mostrato più possibilità di soffrire di ritmi cardiaci irregolari o aritmia che possono condurre ad una morte improvvisa. Va sottolineato che i ricercatori hanno analizzato retrospettivamente le cartelle cliniche dei pazienti in questione e non diviso casualmente essi in gruppi di trattamento.

Il campione era composto per la maggior parte di uomini sui 50 anni d’età ricoverati tra il 20 dicembre 2019 e il 14 aprile 2020 presso 671 ospedali in tutto il mondo. Quasi 15mila tra loro hanno assunto idrossiclorochina in combinazione con un tipo di antibiotici noti come macrolidi entro 48 ore dalla diagnosi. In loro è stato riscontrato un aumento del 34% nel rischio di mortalità e uno del 137% del rischio di gravi aritmie cardiache. Per chi invece ha ricevuto idrossiclorochina e un antibiotico è stato segnalato un incremento del 45% del rischio di morte e del 411% di gravi aritmie cardiache.

Eric Tropo, cardiologo statunitense, ha ritenuto lo studio sufficiente per affermare che “se c’è mai stata una minima speranza di sconfiggere il coronavirus con l’idrossiclorochina, questa è la sua fine definitiva“. Ciò non farebbe che confermare le tesi di alcuni esperti che già precedentemente avevano mostrato le conseguenze negative dell’utilizzo del farmaco per trattare i pazienti infetti. La Food and Drug Administration era infatti arrivata a mettere in guardia sull’assunzione del farmaco fuori dagli ospedali.