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Inquinamento: dopo l'emergenza coronavirus, smog assedia scuole e ospedali

inquinamento coronavirus

Il blocco dovuto all'emergenza coronavirus aveva migliorato i livelli di inquinamento, ma ancora l’80% dei punti mappati è oltre i limiti Oms.

Mentre proseguono le ricerche per accertare la presunta correlazione tra inquinamento e maggior diffusione del coronavirus, le emissioni nell’aria tornano ad aumentare. Il prolungato lockdown, lo smart working e il blocco delle attività ha comportato un netto abbassamento dei livelli di inquinamento atmosferico. Tuttavia, se le emissioni sono calate del 25%, l’80% dei punti mappati resta oltre i limiti stabiliti dall’Oms. Una ricerca condotta dal comitato Torino Respira ha registrato in città livelli troppo alti. Per gli studiosi, un torinese sue due ha più probabilità di morire a causa della presenza elevata di biossido di azoto nell’aria, rilasciato soprattutto dalle auto.

Inquinamento, dopo il coronavirus torna l’allarme

Dalla ricerca del comitato Torino Respira, i livelli segnalati nel capoluogo piemontese sono doppi, in media, rispetto al livello di guardia stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, pari a 20 microgrammi per metro cubo. I livelli sono superiori anche ai limiti massimi di 40 microgrammi imposti dalla legge. La rilevazione è stata fatta attraverso 700 campionatori posizionati in luoghi strategici della città, come scuole, ospedali, parchi e abitazioni. Successivamente sono stati analizzati. Il 98% dei misuratori ha mostrato livelli pericoli per la salute. Quattro campionatori su dieci, inoltre, hanno rilevato valori fuori legge.

Oltre la soglia indicata dall’Oms, infatti, la mortalità aumenta quando le concentrazioni crescono. Il tasso sale al 5-10% per la metà dei cittadini torinesi, per un terzo abbondante all’11-16% e, per un torinese su venti, può arrivare al 22%. Preoccupa la salute dei cittadini. I rischi sono molteplici, dai problemi respiratori al cancro. Inoltre, “l’inquinamento atmosferico causa una serie di patologie che costituiscono delle co-morbilità dell’infezione da Covid, ha spiegato Roberto Mezzalama, presidente del comitato.

Non mancano i problemi per i più piccoli. Preoccupano, infatti, i dati delle scuole: su 71 elementari e materne analizzate, 70 hanno una presenza di inquinanti più alta di quella di allerta dell’Oms. 29 istituti, inoltre, superano i limiti imposti dalla legge. Situazione analoga per scuole superiori e università: il 45% è in aree in cui la concentrazione di smog è fuorilegge. Nell’intero campionario, solo un istituto di Torino supera la prova, avendo dei valori di inquinamento sotto la soglia della pericolosità.

Stessa realtà a rischio per gli ospedali. Regina Margherita, Mauriziano, Gradenigo, San Giovanni Bosco e Amedeo di Savoia hanno una presenza di biossido di azoto doppia rispetto a quella raccomandata dall’Oms. Parco Ruffini, Parco Dora e Pellerina superano del doppio il limite.

La situazione peggiore è nella zona nord della città, ma “livelli fuorilegge siano stati registrati anche nelle scuole del centro e all’interno della Ztl. I risultati sono purtroppo preoccupanti, nonostante le condizioni generali nel periodo di campionamento fossero migliori rispetto all’anno scorso”, ha aggiunto Mezzalama.