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Samantha D’Incà in coma irreversibile, il tribunale autorizza il padre a staccare la spina

Samantha D'Incà

Samantha D’Incà in coma irreversibile, il tribunale autorizza il padre a staccare la spina con la nomina a tutore e con la facoltà di rivolgersi ai medici

Samantha D’Incà è in coma irreversibile dal 6 dicembre del 2020 ed oggi, 10 novembre 2021, suo padre Giorgio è stato autorizzato a staccare la spina: il genitore della 30enne di Feltre finita in stato vegetativo dopo una frattura al femore ed una misteriosa ed irreversibile infezione è stato nominato amministratore di sostegno di sua figlia. 

Samantha D’Incà in coma irreversibile: al papà la terribile facoltà di staccare la spina

Che significa? Che in sua vece ed assenza decisionale ed anche senza la rilevazione giuridica di un biotestamento Giorgio ha il potere tremendo e pietoso al contempo di  mettere fine alle sofferenze di sua figlia, cosa che con sua moglie lui chiede da tempo. Giorgio avrà dunque una facoltà giuridica che in Italia solleva la mai risolta questione del fine vita: quella di chiedere all’équipe medica che segue sua figlia l’interruzione delle cure e poi la sedazione fino alla morte

Viva solo grazie alla nutrizione artificiale: Samantha D’Incà in coma irreversibile ma ora può andarsene

Non è una decisione presa a cuor leggero, è un pronunciamento in punto di diritto con cui il tribunale di Belluno ha sancito l’impossibilità di qualsiasi mutamento nella condizione della ragazza. Perché? Perché la sola cosa che la tiene in vita da un punto di vista biologico è la nutrizione artificiale. La battaglia legale dei genitori di Samantha è durata undici mesi, da quando la giovane si era fratturata un femore uscendo di casa. 

La frattura, l’infezione e poi il coma irreversibile: il lungo calvario di Samantha D’Incà 

Operata e dimessa si era sentita male ed era stata ricoverata di nuovo fino al coma in cui era entrata il 4 dicembre indotto da una polmonite bilaterale senza alcun legame con il Covid e forse innescata da una severa infezione batterica di origine non ancora chiarissima. Samantha viveva attaccata alla macchina di una clinica bellunese e i genitori avevano capito che l’unico modo per aiutarla era aiutarla ad andarsene.