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Scontro Conte-Di Maio, Grillo: "Non dissolvete il dono del padre in vanità personale"

Beppe Grillo

Un Grillo in versione profeta prova ad intervenire nello scontro tra Conte e Di Maio. Peccato però che potrebbe aver creato solo ulteriori danni

Lo scontro tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio arriva sempre di più ad alzare i toni, tanto da richiedere la mediazione di Beppe Grillo. Il garante del Movimento 5 Stelle, con toni quasi biblici è intervenuto nel dibattito tra i due.

Scontro Conte-Di Maio? Ci pensa Bepe Grillo, ma forse fa solo più danni

Il “re del vaf******o” torna in scena con toni pacati e lo fa per salvaguardare la stabilità del movimento da lui fondato. Grillo cita Gandhi, ma dal modo in cui parla sembra più essere un profeta che detta la legge sacra da seguire. Peccato però che le interpretazioni dei testi sacri spesso vengono fraintese ed in questo caso è accaduto anche al M5S. Grillo voleva fare un favore, ma le due fazioni divise in seguaci di Conte e seguaci di Di Maio hanno interpretato diversamente il messaggio portando ad un aumento della tensione tra le due.

Le parole di Grillo

Il post su Facebook di Beppe Grillo è intitolato “CUPIO DISSOLVI” e leggendolo non sembra essere troppo chiaro. Nel testo è scritto: “Una volta un padre venerabile (Bapu Ghandi) disse ai suoi “sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Così egli (l’Elevato) non volle essere un padre padrone, ma un padre che dà ai figli il dono più grande. Sicché rinunciò a sé per consentire il passaggio dall’impossibile al necessario. Non dissolvete il dono del padre nella vanità personale (figli miei). Il necessario è saper rinunciare a sè per il bene di tutti, che è anche poter parlare con la forza di una sola voce. Ma se non accettate ruoli e regole restano solo voci di vanità che si (e ci) dissolvono nel nulla”.

“Contiani” e “Dimaiani” sempre più sul piede di guerra

La versione zen di Beppe Grillo, come voce guida del movimento, è stata interpretata in due modi completamente diversi. Quando si parla di vanità personale il riferimento potrebbe chiaramente essere al ministro Di Maio, viste anche le accuse di Alessandro Di Battista e Giuseppe Conte. I seguaci del ministro hanno infatti interpretato il post della loro guida come un invito alla pace, vedendo in Grillo la figura del mediatore. Quindi si tratterebbe di una lettura pacifica del post. Chi invece è già pronto ad impugnare la spada sono i seguaci di Conte. I Contiani, hanno posto l’accento sulla parte in cui si parla di “una sola voce”. In questo caso la voce è quella del leader, quindi l’avvocato del popolo che guida il partito. A confermare questa interpretazione delle parole di Grillo è lo stesso Conte, che, come riporta TGCOM24, avrebbe messo “mi piace” al post su Facebook. A proposito di testi sacri, l’Elevato ed interperetazioni varie, c’è da dire che ora, nonostante Grillo abbia provato a fare del suo meglio, ci vorrà solo un miracolo per ricompattare un M5S scosso da queste forti turbolenze.