Quali sono i sintomi e come si cura la sindrome di Stendhal? Tutti i dettagli sul disturbo che prende il nome dal famoso scrittore.
Sindrome di Stendhal, cos’è
La sindrome di Stendhal prende il nome proprio dallo scrittore che fu il primo a parlarne. La patologia, nota anche come sindrome di Firenze (città in cui si è registrato il maggior numero di casi), è un disturbo psicosomatico molto singolare. Le persone che vengono colpite dalla sindrome sono inclini a provare un’emozione forte, quasi di estasi, quando si trovano di fronte a maestose opere d’arte o architettoniche, anche se non sono esperti di arte.
I sintomi della patologia possono variare da soggetto a soggetto e avere anche una diversa gravità. È noto, tuttavia, che il disturbo colpisca maggiormente gli uomini di età compresa tra i 24 e i 40 anni, amanti dell’arte e dotati di un buon grado di istruzione.
Sintomi e cura
La sindrome di Stendhal non è una malattia psichiatrica ma un disturbo psicosomatico transitorio. I suoi principali sintomi sono:
· Attacchi di panico;
· Dispercezione del mondo esterno;
· Depersonalizzazione (sensazione di sentirsi fuori dal proprio corpo);
· Derealizzazione (vago senso di irrealtà);
· Sensazione di malessere;
· Tachicardia;
· Sudorazione;
· Agitazione;
· Pianto;
· Nausea e vomito;
· Vertigini;
· Svenimento;
· Confusione;
· Allucinazioni;
· Difficoltà nel respirare;
· Euforia o depressione;
· Dolore epigastrico.
È come se il soggetto colpito dalla patologia perdesse la percezione e il contatto con la realtà e con se stesso per lasciarsi andare a un’estasi contemplativa dell’opera d’arte che ha di fronte. Solitamente, i sintomi della sindrome scompaiono dopo essersi allontanati dall’opera d’arte ma, in alcuni casi, possono durare anche ore o addirittura giorni. In questo caso, è possibile che lo specialista consigli l’assunzione di medicinali come tranquillanti, ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore o neurolettici.