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Supercoppa italiana in Arabia, biglietti riservati a uomini

Juve-Milan polemiche per i biglietti riservati ai soli uomini

Le donne potranno assistere alla sfida tra Juve e Milan soltanto in alcuni settori. Polemiche e accuse alla Lega di Serie A.

Il prossimo 16 gennaio andrà in scena a Jeddah, in Arabia Saudita, la finale di Supercoppa italiana tra Juventus e Milan. La scelta di disputare la gara all’estero (non è la prima volta) per motivi economici, visto che i due club si divideranno un ‘premio’ di 7 milioni di euro, ha scatenato diverse polemiche. Polemiche rinfocolate dopo l’inizio della vendita dei biglietti per assistere al match al King Abdullah Sports City Stadium: in poche ore sono stati staccati 50 mila tagliandi e si prevede il tutto esaurito (l’impianto può contenere 60.000 spettatori).

Il comunicato della Lega

Sul proprio sito ufficiale la Lega Serie A ha emesso un comunicato per chiarire le modalità di acquisto dei tagliandi. “Ogni tifoso – si legge- potrà acquistare esclusivamente un solo biglietto e il relativo visto d’ingresso elettronico per l’Arabia Saudita, anch’esso a pagamento”. Fin qui nulla di strano se non fosse che tra le indicazioni per i sostenitori interessati compare anche questa: “Selezionare la categoria di biglietto desiderata (i settori indicati come “singles” sono riservati agli uomini, i settori indicati come “families” sono misti per uomini e donne)”. In sostanza alcuni posti dello stadio sono vietati alle donne che in Arabia Saudita possono seguire eventi sportivi solo dal gennaio del 2018 e solamente in settori a esse dedicati.

Le critiche

Inevitabili le critiche, soprattutto sui social, con la Lega di A accusata di chiudere gli occhi sui diritti umani in nome del dio denaro. Critiche arrivate non solo dai tifosi ma anche da alcuni giornalisti, come Maurizio Pistocchi che ha twittato così: “Siccome a questa gente non interessa niente altro al di fuori del denaro, diamo un segnale forte: boicottiamo la Finale di Supercoppa Italiana. Basta #cambiarecanale per un calcio più etico”.