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Statali: sblocco contratti costa 35 miliardi

Palazzo della Consulta Roma 2006

L'Avvocatura dello Stato scrive una memoria alla Consulta sulla costituzionalità del blocco dei contratti e avverte che "l'onere della contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi con effetto stru...

L’Avvocatura dello Stato scrive una memoria alla Consulta sulla costituzionalità del blocco dei contratti e avverte che “l’onere della contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi con effetto strutturale di circa 13 miliardi annui dal 2016”.

La questione della legittimità costituzionale del blocco della contrattazione nel pubblico impiego sarà esaminata il prossimo 23 giugno.

Il documento firmato dall’avvocato dello Stato, Vincenzo Rago, nella parte conclusiva si sofferma “sull’impatto economico delle disposizioni censurate, in relazione all’art. 81 e 97” della Costituzione.

L’Avvocatura nella parte iniziale della memoria precisa come “in ogni caso le prerogative sindacali risultano salvaguardate e si sono estrinsecate, tra l’altro, nella partecipazione all’attività negoziale per la stipulazione dei contratti integrativi (Ccni), sia pure entro i limiti finanziari normativamente previsti” e “di contratti quadro”.
“Poi – aggiunge – è rimasta in piedi la possibilità di dar luogo alle procedure relative ai contratti collettivi nazionali, sia pure per la sola parte normativa”.

Intende, quindi, evidenziare come “un’intensa attività contrattuale sia stata svolta, anche in pendenza del nuovo complesso normativo, ed abbia riguardato sia la contrattazione integrativa che quella nazionale”.

Infine, l ‘Avvocatura invita la Consulta a considerare l’impatto economico di questa misura e scrive: “Di tali effetti non si può non tenere conto a seguito della riforma costituzionale” che “ha riscritto l’articolo 81 della Costituzione, a partire dalla disposizione del nuovo comma 1, secondo la quale ‘Lo Stato assicura l’equilibrio fra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico’”. Pertanto matematicamente, se quel blocco venisse rimosso, tra rivalutazioni degli stipendi e pagamenti degli arretrati, le casse pubbliche sarebbero sottoposte a un vero salasso.