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Caso Cucchi: altri tre carabinieri a rischio processo per depistaggio

Altri 3 carabinieri a rischio processo per il caso Cucchi

Altri tre carabinieri rischiano il processo per il caso Cucchi. Sono accusati di depistaggio.

Altri tre carabinieri rischiano il processo per il caso Cucchi, con le accuse di depistaggio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Avrebbero ostacolato la ricerca della verità sulla morte di Stefano Cucchi.

Stefano Cucchi, altri tre carabinieri rischiano il processo: accusati di depistaggio

Altri tre carabinieri rischiano di finire a processo con le accuse di depistaggio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver ostacolato la ricerca della verità sulla morte di Stefano Cucchi. La Procura di roma ha concluso le indagini nei confronti di Maurizio Bertolino, all’epoca dei fatti maresciallo presso la stazione di Tor Sapienza, di Fortunato Prospero, ex capitando e comandante ella sezione infortunistica e polizia giudiziaria presso il nucleo Radio Mobile di Roma, e di Giuseppe Perri, all’epoca dei fatti maresciallo. Secondo i magistrati, i tre avrebbero mentito nel procedimento relativo ai depistaggi, che vedeva imputati appartenenti dell’Arma accusati di avere depistato le indagini sulla morte dell’uomo. L’udienza si terrà il prossimo 21 dicembre.

Stefano Cucchi, altri tre carabinieri rischiano il processo: la reazione della sorella

Nel procedimento risultano parti offese il Ministero della Giustizia, la sorella di Cucchi, Ilaria, e il padre, Giovanni, oltre ad agenti della polizia penitenziaria e il carabiniere Riccardo Casamassica che con le sue dichiarazioni ha contribuito alla riapertura delle indagini. Ilaria Cucchi si è dichiarata “disorientata” dopo aver avuto la notizia della chiusura delle indagini. “Nuovi falsi. Nuovi depistaggi. Ancora reati commessi addirittura a processi in corso. Ancora sott’ufficiali ed ufficiali imputati. Ora sono una donna delle istituzioni e cresce ancor di più in me lo sconcerto e la rabbia per il vilipendio alla divisa dell’Arma fatto da chi si ostina ad interpretare in questo modo lo spirito di corpo vedendo la Magistratura come un nemico ed ostacolandola nel suo legittimo e doveroso esercizio. Mentre si prescrivono i reati per cui sono stati condannati gli ufficiali della Scala Gerarchica io non posso fare altro che esprimere tutto il mio dolore per l’Arma dei Carabinieri. Tutto questo avviene a pochi giorni dall’anniversario dell’uccisione di Stefano Cucchi. ‘Quello morto di droga’” ha dichiarato.