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Stupri di Rimini, parla la mamma del 16enne nigeriano: 'Mio figlio non è un violento'

Rimini

Parla la madre del sedicenne nigeriano accusato di essere coinvolto negli stupri di Rimini: "Mio figlio non è un violento"

Parla la mamma del sedicenne nigeriano, accusato di essere uno dei componenti del branco che ha commesso gli stupri di Rimini: “Mio figlio non è un violento”, ha dichiarato la donna.

Stupri di Rimini, le parole della mamma del sedicenne nigeriano: “Mio figlio non è un violento”

“Mio figlio non è un violento”, ha dichiarato la mamma del sedicenne nigeriano accusato di essere coinvolto negli stupri avvenuti a Rimini. Secondo quanto raccontato dal Corriere della Sera, la donna è convinta che si sia trattato di un errore da parte delle forze dell’ordine. E considera il figlio estraneo alla vicenda, in quanto a casa era “sempre obbediente. Non l’ho mai visto fumare neppure una sigaretta, altro che birre e spinelli”.

In particolare, la donna ha raccontato come ha reagito quando gli agenti sono arrivati per arrestare il figlio minorenne: “Quando sono venuti a prenderlo io ho riso davanti ai poliziotti. Ho detto a loro: ma vi rendete conto che L. non ha neppure 16 anni? Lui, dunque, avrebbe violentato una donna? Non ci credo, il mattino dopo era tranquillo a fare la spesa con me…”, ha spiegato la madre.

Che sempre nel corso di una intervista rilasciata al Corriere continua la sua difesa nei confronti del figlio: “Ho letto sui giornali che noi l’avremmo viziato, che gli abbiamo perfino comprato l’iPhone ultimo modello. Sì, è vero ma gliel’abbiamo comprato coi nostri guadagni, perché sentivamo che lo dovevamo fare per lui. Io adesso non so se L. ha sbagliato. Ma resta sempre mio figlio, non lo posso ammazzare”.

Il padre del minorenne la pensa diversamente: “L’ho picchiato due o tre volte”

Di parere diverso invece il padre, che non difende il figlio a spada tratta come invece fa la moglie. Secondo il parere dell’uomo, infatti, della cattive compagnie lo hanno portato sulla strada sbagliata: “L’ho picchiato due, tre volte”, ha rivelato l’uomo, nel tentativo dal frequentare un certo tipo di persone, ovvero i ragazzi che attualmente si trovano in carcere con lui.

Andato a trovarlo in carcere a Bologna, l’uomo ha detto al figlio: “Ma ti rendi conto in che casino ti sei messo? Avete fatto una cosa sporca voi quattro. Tu hai anche una sorella, pensa se qualcuno facesse del male a lei”. Insomma, la reazione del padre è stata decisamente dura nei confronti del figlio. E anche molto diversa rispetto a quella della madre, che invece non crede nella colpevolezza del minorenne.

Oltre al ragazzino minorenne finito in carcere perchè accusato di essere uno dei colpevoli degli stupri di Rimini, la famiglia di immigrati in regola ha anche altri due bambini e una figlia di tredici anni.