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Superbonus e proroga per i condomini: il governo vaglia le opzioni

Superbonus 110% proroga

Superbonus: si va verso la proroga dei condomini con dure conseguenze per i conti pubblici

La gestione del Superbonus continua a mettere in crisi il governo. Si andrà inevitabilmente verso una proroga, con dure conseguenze per i conti pubblici.

Superbonus: le parole del Ministro Giorgetti

Al Forum dell’Economia di Cernobbio il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato: “A pensare al Superbonus mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi.” Ha poi aggiunto: “Il Superbonus va nel patto di stabilità del 2024, 2025 e 2026 come pure per quanto riguarda il Pnrr, per tutta la parte dei 150 miliardi non coperti da grant e coperti da debito, essi costituiscono spesa pubblica e andranno a gravare i conti del 2025, 2026 e io auspico anche 2027 e 2028.”

Situazione attuale e previsioni per il futuro

Per i condomini la percentuale di detrazione scenderà al 70% dal primo gennaio 2024, dal 110% ancora applicato a coloro che lo scorso autunno avevano effettuato la delibera e la successiva comunicazione nei tempi prescritti. La realtà dei fatti è che molti lavori sono in ritardo e non si concluderanno prima del 31 dicembre.

Si andrà probabilmente a prorogare i termini, ma inserendo dei paletti molto rigidi. Come la richiesta di un avanzamento dei lavori almeno al 60% o la richiesta dell’Isee in modo da poter valutare chi ha davvero bisogno di un aiuto economico.

Una proroga è già stata messa in atto nel decreto Omnibus di agosto che prevedeva una proroga per le abitazioni unifamiliari. Il termine previsto per il 30 settembre è stato spostato a fine di quest’anno.

Conseguenza della proroga

L’impatto sui conti pubblici resta la conseguenza più problematica. Da una previsione di spesa originaria quantificata in 36,6 miliardi per il superbonus e in 5,9 per il bonus facciate si è passati con la Nadef del 2022 a 61,2 e 19 miliardi, con un incremento complessivo di quasi 38. In primavera inoltre la valutazione dell’impatto del 110% è poi ulteriormente cresciuta a 67 e ora sembra possa arrivare a quota 80-85.