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Alessandra Demichelis, rese note le motivazioni della sospensione dall'Ordine degli avvocati

Alessandra Demichelis

Al centro delle 50 pagine delle motivazioni, l'account Instagram '"Dc Legal Show" dove Alessandra Demichelis mostrava stralci di vita glamour

Nelle 50 pagine delle motivazioni relative alla sospensione arrivata a maggio, Alessandra Demichelis è accusata di avere utilizzato “tecniche non lecite per farsi un nome” al fine dell’accaparramento di clienti.

La sospensione dall’Ordine per Alessandra Demichelis

Sospesa dall’Ordine degli Avvocati a maggio per 15 mesi, a causa delle foto condivise su instagram l’avvocat Alessandra DeMichelis – che ha partecipato all‘ultima edizione di Pechino Express – aveva annunciato battaglia: “Andrò al consiglio nazionale forense, se serve fino in Cassazione. Vogliono togliere il lavoro per un anno e tre mesi a una ragazza di 34 anni solo per delle foto su Instagram, nel 2023, mi sembra assurdo”.

Le 50 pagine di motivazioni

Ora sono arrivate le motivazioni che hanno portato alla sospensione ma al momento, non risulta ancora la reazione della diretta interessata.

Demichelis è stata sospesa dal Consiglio distrettuale di disciplina dell’Ordine torinese che le ha contestato il mancato rispetto del codice deontologico forense. Al centro delle 50 pagine delle motivazioni, l’account Instagram ‘”Dc Legal Show” dove l’avvocata, proprio come una vera influencer mostrava stralci di vita glamour all’insegna del lusso e del divertimento.

L’accusa di accaparramento di clientela

La 34enne è accusata di avere utilizzato “tecniche non lecite per farsi conoscere e per ricavare notorietà”, di essere responsabile di accaparramento di clientela” e di avere postato fotografie “semmai appropriate per un format di taglio erotico”.

Secondo i giudici, gli scatti che De Michelis pobblicava sul suo account Instagram comprometterebbero “in modo rilevantissimo l’immagine della professione forense”, ostentando un “comportamento complessivo particolarmente sprezzante, gravissimamente irrispettoso delle istituzioni forensi”.