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Vaccino ai bambini, Castagnola: "Effetti collaterali minimi, il virus fa più paura"

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Elio Castagnola, il direttore del reparto malattie infettive dell'Istituto Gaslini di Genova, parla delle vaccinazioni ai bambini tra i 5 e 11 anni

Elio Castagnola, il direttore del reparto malattie infettive dell’Istituto Gaslini di Genova, intervistato da ‘Fanpage’ parla delle vaccinazioni anti Covid ai bambini tra i 5 e 11 anni.

Elio Castagnola sulle vaccinazioni ai bambini tra 5 e 11 anni: la campagna vaccinale

Come sappiamo, in Italia le vaccinazioni anti Covid ai bambini tra i 5 e 11 anni inizieranno da giovedì 16 dicembre. I dubbi delle famiglie sono ancora molti, in Lombardia risultano prenotati solo il 4% degli under 12. Su questo argomento è intervenuto Elio Castagnola, in un’intervista rilasciata a ‘Fanpage’: Il virus fa più paura del vaccino. Gli effetti collaterali sono minimi, così come la loro frequenza. Anche gli addetti ai lavori non si spaventano per i vaccini a mRna ma per quello che può fare il virus. Ogni settimana qui ricoveriamo bambini per Covid-19 perfettamente sani.”

Elio Castagnola sulle vaccinazioni ai bambini tra i 5 e 11 anni: le parole dell’esperto

Il direttore delle malattie infettive del Gaslini continua: “La vaccinazione non dà nessun problema, generalmente può non succedere nulla anche nei bambini. Sono state comunque descritte le stesse sintomatologie già osservate nell’adulto, cioè dolore nella sede dell’iniezione, fastidio al braccio, stanchezza e qualche linea di febbre. Tutto comunque facilmente reversibile nell’arco di 24 ore, massimo 48.” A proposito di effetti collaterali, Castagnola fa riferimento anche alle miocarditi e pericarditi, definendoli disturbi lievi per la fascia d’età di cui parliamo: “Nei ragazzi in età adolescenziale, gli americani hanno descritto queste forme di miocardite e pericardite, ma con una frequenza intorno agli 8-10 casi ogni 100mila vaccinati maschi sui 16-18 anni dopo la seconda dose. Quindi anche qui comunque una frequenza molto bassa. Dico questo perché se andiamo a vedere quello che accade a livello di mio-pericardite nel bambino che ha avuto il Covid la questione si complica: secondo i dati che noi abbiamo come Gaslini e che abbiamo estrapolato da quelli della Regione Liguria, la forma infiammatoria multisistemica (Mis-C) l’abbiamo osservata uno ogni 200 casi di pazienti pediatrici che hanno avuto l’infezione da Coronavirus documentata. I due terzi di questi pazienti non avevano avuto nemmeno una infezione documentata quindi addirittura può essere una malattia che si presenta come un fulmine a ciel sereno perché il genitore o chi per lui non ha avuto coscienza di essere stati ammalati prima. La forma di miocardite da vaccino, comunque, nell’arco di un paio di giorni si cura con antinfiammatori e un po’ di riposo mentre la Mis-C richiede ospedalizzazione per due o tre settimana e terapie immunosoppressive. Non è proprio uno scherzo. I colleghi americani dicono che ci vogliono tre mesi per superare tutto, ma sappiamo comunque ancora troppo poco anche su questo problema.”

Elio Castagnola sulle vaccinazioni ai bambini tra i 5 e 11 anni: convincere i genitori indecisi

Per quanto riguarda i genitori indecisi, Castagnola si rivolge a loro così: Io capisco le paure sul vaccino, molti dicono che ne sanno ancora poco. In realtà noi abbiamo già somministrato milioni di dosi, quindi non è vero che sappiamo poco. Diciamo che sappiamo poco di quello che succede nei bambini, ma gli americani già lo usano da un po’, il loro sistema di farmacovigilanza non ha riportato cose particolarmente strane o frequenti. Il che è tranquillizzante. È vero che non conosciamo gli effetti a lungo termine del vaccino, ammesso e non concesso che ce ne siano, ma altrettanto ugualmente non conosciamo gli effetti a lungo termine del virus, anche in chi l’ha avuto in modo sintomatico o poco sintomatico come per fortuna accade alla maggior parte dei bambini. Le incognite relative al virus sono molte di più rispetto a quelle relative al vaccino. Gli addetti ai lavori non si spaventano per i vaccini a mRna ma per quello che può fare il virus.”