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Vaiolo delle scimmie, due casi in Galles: cos’è, come si cura e trasmissione all’uomo

Le pustole del "Monkeypox"

Vaiolo delle scimmie, due casi in Galles: cos’è, come si cura e quel è la trasmissione all’uomo del "Monkeypox" che però ha un nemico: il "vecchio vaccino"

La new entry che non ci aspettavamo si chiama vaiolo delle scimmie ed ha fatto registrare i primi due casi fuori dall’Africa, in Galles, un motivo in più per capire cos’è, come si cura e quale sia il suo range di trasmissione all’uomo. Partiamo dalla cronaca: i due casi di “Monkeypox”, cioè di vaiolo delle scimmie (il vaiolo è un poxivirus) sono stati registrati due giorni fa nel nord del Galles e la notizia è stata confermata dal ministro della Salute britannico, Matt Hancock, che ha parlato senza mezzi termini di “focolai”.

Vaiolo delle scimmie, due casi in Galles: cosa è il “Monkeypox”

Ora cerchiamo di capire cosa sia. Il Monkeypox è malattia nata in Africa centrale, dove il caratteristico virus simile a quello a forma di “botticella” del vaiolo ha trovato il suo animale vettore non nelle scimmie, ma nei roditori, in particolare negli scoiattoli ma anche in conigli, ratti e cani delle praterie che nel 2003 negli Usa contagiarono diverse persone. Roditori che possono trasmetterlo ai primati, cioè scimmie e uomo; si chiama così perché nel 1958 fu isolato nelle scimmie da laboratorio. Il Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, che in tema di vaiolo è la massima autorità del pianeta avendo eradicato la variante “variola maior” che stava facendo strage fra noi uomini, elenca i sintomi principali a 12 giorni dall’infezione.

Vaiolo delle scimmie, due casi in Galles: quali sono i sintomi

Essi sono febbre, dolori muscolari e mal di testa. Poi i linfonodi si gonfiano e dopo 3 giorni dall’inizio della febbre compaiono i primi bubboni sulla pelle pieni di liquidi. Il fenomeno si chiama “rush macropapuloso”. Solitamente si diffondono dalla testa ma possono comparire anche in altre parti del corpo. Quei segni sulla pelle tendono a prendere forme diverse, a volte fondendosi da pustole singole ed a seccarsi. Il Monkeypox ha un decorso dalle due alle quattro settimane e al momento non ha trattamenti specifici che possano debellarlo, ma predefiniti per “variola”. La nuova minaccia proveniente dall’Africa, in quella Nigeria che già aveva prodotto una variante covid, fa già numeri da statistica ma sporadici: secondo Outbreak News Today, in Nigeria si registrano casi fin dal 2017.

Vaiolo delle scimmie, due casi in Galles: numeri e pericolosità per l’uomo

I numeri continentali da allora e fino ad inizio 2021 sono ondivaghi: circa 446 sospetti infatti da in 30 stati e 8 morti. Ad ogni modo tra gennaio e maggio di quest’anno sono stati identificati 32 casi e la situazione più grave si è registrata in Congo. Ancora: “Dall’inizio del 2021 al 16 maggio si sono registrati ben 1.515 casi sospetti di Monkeypox e 49 morti. Nel 2020 i contagiati sono stati ben 6.257, di cui 229 decessi”. Attenzione: il tasso caso-fatalità del Monkeypox è del 9,8% ma solo per persone non precedentemente vaccinate contro il vaiolo. Il vaccino antivaioloso si è invece dimostrato efficace all’85% nel prevenire la manifestazione umana di vaiolo delle scimmie.