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Vittorio Sgarbi sulla morte di Silvio Berlusconi: "Perseguitato come Tortora"

Vittorio Sgarbi morte Berlusconi

Vittorio Sgarbi commenta la morte di Silvio Berlusconi e sottolinea che è stato perseguitato come Enzo Tortora.

Vittorio Sgarbi ha commentato la morte di Silvio Berlusconi, arrivata come un fulmine a ciel sereno nella mattinata di lunedì 12 giugno 2023. Il critico era grande amico del politico, per cui non può che ricordarlo con grande affetto.

Vittorio Sgarbi commenta la morte di Silvio Berlusconi

Intervistato da Fanpage.it, Vittorio Sgarbi ha ricordato l’amico Silvio Berlusconi, morto lunedì 12 giugno 2023. Il critico d’arte era un suo grande amico, per cui non può che dedicargli parole ricche di stima e affetto. Ha dichiarato:

“Ho il ricordo di una persona di cui sono stato più vicino al privato che al politico. È stato perseguitato da una magistratura criminale che ha reso politico il privato. Per questo, dico che Silvio Berlusconi è un secondo Enzo Tortora”.

Il ricordo di Vittorio Sgarbi

Sgarbi ha così ricordato Berlusconi:

“Non sarei stato così vicino a lui se fosse stato vittima di ingiustizia. Ha vissuto degli anni difficili perché quello che per uno come me o uno come lei, è normale, per lui era reato. E non potevo non essere vicino a lui perché l’inchiesta che lo ha investito è stato uno dei delitti di una politica giudiziaria, di una magistratura giudiziaria che gli ha reso difficile la vita. Creare dei reati finti per la sua attività politica, è una vergogna insopportabile. Il mio ricordo è quello di un amico che ha fatto cose giuste ed è stato trattato come uno che chissà quali delitti ha commesso”.

Vittorio Sgarbi e Silvio Berlusconi: un’amicizia di vecchia data

Vittorio ha sottolineato che Silvio Berlusconi era “un uomo forte, libero e innocente“, che agiva sempre “in nome della vitalità e dello slancio“. Così Sgarbi ha descritto il ricordo più bello che lo lega a lui:

“Abbiamo fatto dei viaggi insieme, delle inaugurazioni incredibili. Quando inaugurammo Caravaggio a Milano, al Museo Diocesano, lui intervenne e parlò come se fosse un critico di Caravaggio. Sentendo la mia introduzione, capì i passaggi principali e parlò come se fosse un Roberto Longhi”.