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Vaccini, certificati di esonero: medici minacciano di farseli pagare

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Protesta da parte dei medici, che minacciano di farsi pagare i certificati di esonero dai vaccini. Per le famiglie si prevede una spesa tra i 30 e i 50 euro

Confusione per quanto riguarda le attestazioni di esonero dai vaccini, con i medici che minacciano di farseli pagare. Se il servizio pubblico non coprirà i costi, le famiglie dovranno affrontare una spesa tra i trenta e i cinquanta euro.

Vaccini, la protesta dei medici: minacciano di far pagare i certificati di esonero

La protesta dei medici per quanto riguarda la sottoscrizione dei certificati di esonero dai vaccini è partita direttamente dai social. Molti medici milanesi, infatti, si chiedono: “Se l’Ats non passa le analisi del sangue per cercare gli anticorpi, perché io medico devo fare gratis il certificato?”.

Considerata l’ondata di richieste di certificati di esonero dalle vaccinazioni, necessari per poter iscrivere i bambini a scuola, i medici sono pronti a scendere in campo: “Ci si chiede di firmare un atto medico, certificando che un bambino non può fare le vaccinazioni per ragioni sanitarie specifiche. Perché dovremmo farlo gratis?”.

Ma andiamo con ordine. Da settembre i genitori dei bambini e di ragazzi fino a sedici anni per poter iscrivere i figli a scuola dovranno presentare i certificati vaccinali per dimostrare quanti e quali vaccinazioni sono state realmente effettuate. Il decreto Lorenzin, infatti, ha reso obbligatorie dieci vaccinazioni. Ma il provvedimento prevede anche che i bambini non vaccinati per motivi sanitari (perchè immunodepressi oppure perchè hanno avuto quella particolare malattia) possano presentare all’istituto un certificato di esonero, che può essere rilasciato dal pediatra oppure dal medico di famiglia. Il tutto gratuitamente. Il medico, dopo aver prescritto le analisi del sangue (a pagamento) per la ricerca degli anticorpi corrispondenti alla malattia, dovranno emettere tale certificato di esonero.

Le parole delle varie personalità sanitarie

Da qui è scattata immediatamente la protesta da parte dei medici. Roberto Carlo Rossi, numero uno dello Snami Lombardia e presidente dell’Ordine dei medici milanese, ha dichiarato: “La circolare ministeriale prevede che noi medici facciamo un attestato di esonero. Il problema, però, che non si tratta semplicemente di consultare un database e di rilasciare un pezzo di carta: questa attestazione può essere fatta solo se il paziente fa delle analisi del sangue per la ricerca degli anticorpi. Analisi che poi noi medici dobbiamo valutare e inserire in un quadro clinico: è un atto medico a tutti gli effetti”.

Una conferma arriva anche da Rinaldo Missaglia, segretario del Simpef, il Sindacato medici pediatri di famiglia: “In linea teorica, queste attestazioni di esonero sono simili ai certificati per l’attività sportiva, che i pazienti pagano dai 30 ai 50 euro. Ma al di là della questione economica, il punto è che si chiede a noi medici di fare una diagnosi basandosi sugli esiti delle analisi. Che vanno interpretate, visto che possono dare risultati ambigui: non si tratta di voler far pagare i pazienti, ma di esercitare la nostra professione”.

Dello stesso avviso pure Rino Rosignoli, segretario lombardo della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri: “Il problema riguarderà soprattutto i certificati da rilasciare a chi ha già avuto la varicella: mentre il morbillo è una malattia della quale, a ogni diagnosi, noi medici dobbiamo dare comunicazione all’ufficio di igiene, per la varicella la diagnosi non sempre è immediata, la comunicazione non è automatica, e le analisi per la ricerca degli anticorpi vanno interpretate. Scrivere attestati di esonero per questi casi non sarà semplice. E il medico dovrà assumersene la responsabilità, anche dal punto di vista legale: sono questioni che non devono essere sottovalutate”.