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Alessandro Di Battista rinuncia all'assegno di fine mandato

di battista

L'ex parlamentare del M5S ha intenzione di devolvere l'intera somma al fondo per le piccole e medie imprese.

Alessandro Di Battista, uno degli esponenti più noti del Movimento Cinque Stelle, si trova in California. Ha appena ricevuto l’assegno di fine mandato da parlamentare, essendo stato deputato durante la XVII legislatura. La cifra ammonta a 43.726 euro; l’intera somma sarà devoluta al fondo per le piccole e medie imprese.

Il post di Alessandro Di Battista

Alessandro Di Battista ha ricevuto la ‘liquidazione’ da parlamentare: lo dichiara lui stesso durante un breve video postato su Facebook. Nel filmato compare anche la compagna dell’ex deputato . “Sarha, che cosa hai appena visto sul conto?”, “L’assegno di fine mandato. Sono 43.726 euro” risponde Sarha. “Tanti… che dobbiamo fare?” chiede retoricamente Di Battista. “Dobbiamo restituirli” dice la giovane. “Non sei contenta di restituirli alle piccole e medie imprese?” domanda l’ex parlamentare alla compagna che replica, con tono ironico: “Molto!”. “Una promessa fatta in campagna elettorale è debito” conclude Di Battista.

La didascalia del post dimostra che Alessandro Di Battista non ha rinunciato ai soliti argomenti: “Non è mica semplice essere un ‘populista’… Breve video familiare girato in una casa in California. E’ a disposizione degli esponenti dei partiti politici morti! Tra l’altro ho calcolato che se tutti i deputati e senatori ‘trombati’ del PD o di quel che resta della sinistra (quelli per intenderci che parlano della povera gente o della redistribuzione della ricchezza) facessero altrettanto, beh ci sarebbero oltre 12 milioni di euro freschi freschi per le piccole e medie imprese italiane. Posti di lavoro insomma!”.

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“Scelta sofferta ma sono contento”

Lo aveva annunciato verso fine legislatura: non si sarebbe ricandidato, una volta conclusa la prima esperienza parlamentare, e avrebbe compiuto un lungo viaggio nel Sud America, dove si sarebbe dedicato alla realizzazione di reportage. La decisione presa da Di Battista era quindi nota per quanto, appena ufficializzata, abbia sorpreso; non ha lasciato l’attività politica, pur non essendo tra gli scranni della Camera dei Deputati. Si può fare politica anche fuori dalle istituzioni e l’attivismo è parte del bagaglio culturale del 40enne romano. “E’ stata una scelta sofferta, abbiamo raggiunto questi risultati esclusivamente grazie all’impegno- spiegava l’ex parlamentare- Quando ti impegni così tanti e vedi il risultato ti dispiace non essere in prima linea, anche se sono contento per i parlamentari che ci sono. Tuttavia io sono felice della scelta fatta con la mia compagna e con mio figlio Andrea”. La sua decisione è stata anche funzionale al Movimento Cinque Stelle nel corso dell’ultima campagna elettorale. Luigi Di Maio, candidato Presidente del Consiglio in pectore (nonostante in Italia non si elegga direttamente il premier), si prepara a ricoprire un nuovo ruolo istituzionale dopo quello di vicepresidente della Camera; non può permettersi quindi intemperanze verbali, se vuole allargare la base elettorale. Serve però un buon oratore (anche in televisione), capace di instaurare un legame empatico con la folla che assiste ai comizi. Alessandro Di Battista è la persona adatta. Non è facile governare. Modificare il lessico (da “alleanza” o “inciucio” a “contratto”, per fare un esempio) aiuta a mantenere i consensi ma non è sufficiente. Restando al di fuori dell’esecutivo e delle istituzioni ma non “scomparendo”, Di Battista accumulerà un buon patrimonio politico, che potrebbe spendere in futuro, se vorrà farlo.